Salvini-Meloni-Tajani cambiano schema: candidati non politici per le città 

Puntare su candidati che non hanno esperienze di partito, meglio ancora se espressione della società civile e del mondo del fare, dalle imprese alle professioni. Servono, insomma, volti nuovi e competitivi, possibilmente fuori dalla politica. Archiviata l'ipotesi di mettere in campo...

Puntare su candidati che non hanno esperienze di partito, meglio ancora se espressione della società civile e del mondo del fare, dalle imprese alle professioni. Servono, insomma, volti nuovi e competitivi, possibilmente fuori dalla politica. Archiviata l’ipotesi di mettere in campo i big per le sfide del Campidoglio, Milano, Torino, Napoli e Bologna, banco di prova per la riscossa della coalizione.  

Il centrodestra cambia schema: l’accordo di massima raggiunto oggi da Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani dopo circa un’ora e mezzo di incontro negli uffici della Lega al Senato (dove era presente pure Giancarlo Giorgetti) è stato, raccontano, innanzitutto di metodo: entro novembre vanno scelti collegialmente sui territori i nomi migliori da spendere alle prossime amministrative.  

Memori dei veti incrociati che hanno logorato se non bruciato alcune candidature alle precedenti elezioni, i tre leader hanno deciso di imporre un’accelerazione, impegnandosi sin da adesso a chiudere la griglia dei nomi entro novembre, così da poter partire in tempo per una campagna elettorale efficace, soprattutto sul piano della comunicazione.  

Sul cambio di schema, raccontano, ha inciso anche la svolta moderata impressa da Salvini alla Lega alla luce del non esaltante voto regionale e del deludente risultato ai ballottaggi delle comunali. Convinto ormai che il governo Conte non andrà giù prima dell’elezione del nuovo capo dello Stato, raccontano, il ‘Capitano’ si sarebbe reso conto dell’opportunità di ricalibrare la sua strategia a Bruxelles, smussandone i toni anti euro (di questo ne avrebbe parlato con Giorgetti nel colloquio di ieri, respingendo, però, l’idea di uno spostamento al centro della Lega).  

“Le sconfitte bruciano”, dice non a caso Salvini. Dopo le regionali e soprattutto dopo la battuta di arresto ai ballottaggi delle comunali, il leader della Lega, Meloni e Tajani oggi hanno provato a dare una accelerazione al percorso che “entro brevissimo” (copyright Salvini), entro novembre (copyright Meloni), permetterà di conoscere “nomi e cognomi” dei candidati sindaci nelle principali città italiane.  

Nel vertice con i tre leader, a quanto si apprende, oltre a Giorgetti erano presenti Ignazio La Russa per Fdi e Licia Ronzulli per Forza Italia. Meloni assicura che c’è stato un ”ottimo clima” al ‘trilaterale’ di stamattina.  

Meloni spiega così l’esito del vertice: “Partecipiamo per vincere, quindi, abbiamo stabilito un metodo: non si parte dai partiti, si parte dai candidati. Dalle persone che possano rappresentare una proposta vincente, credibile, anche guardando al di fuori dei partiti, quando necessario, per cercare anche figure che siano espressione della società civile”.  

“Ci siamo dati l’obiettivo di lavorare velocemente perché – sottolinea – vogliamo mettere in campo queste proposte nel minore tempo possibile. Spero che già entro novembre avremo tutti i candidati delle grandi città”. 

Salvini, Meloni e Tajani avevano lanciato l’idea di vedersi per chiarire le prossime strategie di coalizione a ridosso del ‘processo’ a Catania di Salvini per il caso Gregoretti. Oggi il vertice in presenza e l’intesa su come muoversi da qui alla fine di autunno.  

 

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