Palamara: “Fare nomi? Priorità è spiegare funzionamento sistema” 

"Non ho bisogno di fare nomi, credo che in questo momento la priorità sia ricostruire il reale funzionamento di questo meccanismo, perché altrimenti diamo una rappresentazione diversa di ciò che è accaduto Se riteniamo che il sistema delle correnti sia impregnato...

“Non ho bisogno di fare nomi, credo che in questo momento la priorità sia ricostruire il reale funzionamento di questo meccanismo, perché altrimenti diamo una rappresentazione diversa di ciò che è accaduto Se riteniamo che il sistema delle correnti sia impregnato solo nella figura di una persona e che questa persona ha mosso a suo piacimento pedine, persone, uomini e donne, ne diamo una rappresentazione non corrispondente a quello che è realmente accaduto”. Così Luca Palamara, intervistato da Radio 24, dopo la decisione del Csm ri radiarlo dalla magistratura.  

“Penso sia molto più importante mettere sul tavolo tutte le situazioni, verificarle e confrontarle” ha sottolineato, perché “dalla registrazione del Trojan avvenuta quelle fatidica notte ricaviamo solo uno spaccato, non quello che realmente stava avvenendo. Perché ad oggi troppe sono le domande rimaste in sospeso”, ha spiegato, riferendosi alle conversazioni intercettate dal virus spia inoculato nel suo cellulare il 9 maggio dello scorso anno, quando incontrò in un albergo romano 5 ex togati del Csm, i parlamentari Cosimo Ferri e Luca Lotti, per parlare di nomine.  

“Credo sia giusto ad oggi riflettere sul sistema, del quale ho fatto parte, rispetto al quale ero protagonista: io in quell’ambito ed in quel contesto ho operato, ed in quel contesto conosciuto da tutti, non solo da me. Era un contesto rispetto al quel migliaia di magistrati si confrontavano, nonostante oggi si faccia di tutto per far capire che è opera di una persona sola, che la mela marcia era una singola persona, in realtà non è così – ha assicurato Palamara – perché le situazioni da affrontare sono tante, ci sono tanti magistrati che quel sistema lo conoscono molto bene, credo che sia nell’interesse di tutti, avere maggiore tranquillità e sicurezza, che la giustizia si svolge secondo determinati canoni di autonomia e indipendenza”. 

“Quando viene registrata una conversazione privata, il linguaggio utilizzato non è consono a quello che dovrebbe essere il comportamento di un magistrato, è un linguaggio che risente sicuramente di una inflessione dedicata a quello che in quel momento stava realmente avvenendo, la spartizione delle nomine. Perché purtroppo, e sottolineo purtroppo, questa tipologia di accordi spesso sono il frutto di estenuanti accordi nell’ambito dei gruppi associativi, nell’ambito del rapporto con la componente laica, nell’ambito del rapporto con la politica”, ha detto ancora Palamara. 

Di quella pratica “sono stato protagonista, e questo non posso negarlo”, ma “non lo dico io, lo dicono autorevoli esponenti della magistratura progressista, purtroppo la pratica rientrata all’interno della magistratura è una pratica diffusa e si ulteriormente sviluppata nel momento in cui nel 2007 una legge dell’ordinamento giudiziario ha ulteriormente introdotto il principio della prevalenza del merito sull’anzianità, determinando una corsa sfrenata all’incarico. Questo – ha spiegato Palamara – è quello che è accaduto all’interno della magistratura”. 

“Io ovviamente sono chiamato a rispondere dei miei comportamenti, è ovvio che poi oggi si afferma ci sia un nuovo corso, un cambiamento, sono uno spettatore – ha concluso – e sono curioso di comprendere e di vedere come il cambiamento verrà realizzato”. 

 

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