“Covid-19 ha rappresentato e rappresenta tuttora uno tsunami per i malati di cancro, come dimostrano da una parte i numeri e le statistiche sul mancato accesso ai trattamenti terapeutici e alle diagnosi precoci e dall’atra le proiezioni che prevedono un allarmante incremento di decessi dovuti anche al blocco degli screening. Questa seconda fase purtroppo, con la preoccupazione del contagio, presenta le stesse criticità dei mesi scorsi, nonostante le precauzioni assunte in questo periodo. È pertanto necessario non limitarsi più a provvedimenti estemporanei e occasionali, ma occorre una strategia complessiva per l’oncologia, che tuteli nel tempo tutti i diritti dei malati di cancro, nonostante la pandemia”. Lo ha detto Francesco De Lorenzo, presidente della Federazione italiana delle associazioni di volontariato in oncologia (Favo) e past president dell’European Cancer Patients Coalition (Ecpc), intervenendo al convegno online ‘iCube – Comunicare il valore dell’innovazione nella cura del tumore al polmone’, organizzato da Edra in collaborazione con AstraZeneca.
Per De Lorenzo, “va attivata seriamente in tutte le regioni la rete oncologica. Non c’è altro modello – ha sottolineato – che consente di prendere in carico il paziente, che possa determinare accoglienza, che metta in condizioni il paziente di avere riconoscimento del percorso per non pagare il ticket. La rete oncologica definisce i percorsi e i trattamenti ai vari livelli delle terapia e permette di porre attenzione a un numero crescente di persone che sono guarite dal cancro. È necessario affrontare il problema, ma poco si fa per realizzare queste reti. Stiamo lavorando in Agenas per la regolamentazione delle reti, ma poi non si applicano sul territorio. A causa della pandemia in alcune strutture ospedaliere sono state abolite, ad esempio, le teleconsultazioni perché non erano state inserite nei Lea”. Sul tema interventi chirurgici, “si era chiesto un potenziamento che poi non c’è stato – è l’amara conclusione di De Lorenzo – Ma una cosa è certa, va potenziata l’oncologia italiana anche dal punto di vista della sostenibilità”.