Covid Bruxelles, situazione “allarmante”: Europarlamento va in remoto  

Nella regione di Bruxelles-Capitale "i ricoveri in ospedale e in terapia intensiva sono saliti a livelli allarmanti" e il Parlamento Europeo passa a lavorare quasi del tutto in remoto. Il presidente del Parlamento David Sassoli ha deciso, apprende l'Adnkronos, di...

Nella regione di Bruxelles-Capitale “i ricoveri in ospedale e in terapia intensiva sono saliti a livelli allarmanti” e il Parlamento Europeo passa a lavorare quasi del tutto in remoto. Il presidente del Parlamento David Sassoli ha deciso, apprende l’Adnkronos, di rafforzare, finché la situazione non migliorerà, le disposizioni già adottate in occasione dell’ultima sessione plenaria. 

Pertanto, le riunioni degli “organi di governo del Parlamento, la plenaria, le commissioni e i gruppi politici dovranno svolgersi in remoto, senza la presenza fisica di persone diverse dal presidente, del personale indispensabile della Segreteria e di supporto tecnico”. 

Tuttavia, “ove giustificato”, le riunioni in trilogo, cioè il negoziato interistituzionale tra Parlamento e Consiglio, spesso particolarmente delicate, “a livello politico potranno tenersi alla presenza fisica di un numero limitato di partecipanti indispensabili nella stessa stanza”.  

Anche il servizio di interpretariato “potrà essere fornito in remoto”. Per quanto riguarda la presenza fisica alle riunioni nella sede del Parlamento, “il presidente o l’organizzatore deve assicurare che venga rispettata la distanza di 1,5 metri in ogni momento” e “i partecipanti dovranno evitare i contatti fisici, come le strette di mano”. Infine “tutte le altre riunioni all’interno del Parlamento sono cancellate, ma si potranno tenere in remoto. La decisione ha effetto immediato”. 

La regione di Bruxelles-Capitale è tra le più colpite di tutto il Belgio dalla seconda ondata di Covid-19. Negli ultimi 14 giorni, secondo dati di Sciensano, l’agenzia che monitora l’andamento della pandemia in Belgio, ha registrato 1.826 casi positivi al coronavirus Sars-CoV-2 (non necessariamente malati di Covid-19: molti sono asintomatici o paucisintomatici) ogni 100mila abitanti (il limite massimo fissato dal Consiglio per essere classificato come zona rossa è di 150). 

Nel periodo dal 17 al 23 ottobre sono stati effettuati 4.073 test ogni 100mila abitanti, con un tasso di positivi del 29%: il limite massimo secondo l’ultima raccomandazione adottata dal Consiglio è del 4%; al di sopra è zona rossa. L’innalzamento di questo dato è in parte influenzato dal fatto che nel Paese hanno smesso di fare test agli asintomatici e anche a chi ritorna dalle zone rosse (questi ultimi vengono semplicemente messi in quarantena per 10 giorni), per farli solo a chi ha sintomi di Covid-19. 

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