“Berlusconi ha detto a Ischia che io avevo avuto tre incontri segreti a casa di Beppe Grillo e che sarei stato il presidente del Consiglio del governo 5 Stelle. Io non ho neanche idea di dove abiti Grillo, ho querelato Berlusconi. Berlusconi ha fatto una transazione che si è risolta non nel pagare un sacco di soldi, perché io i soldi di Berlusconi non li voglio. Ce l’ho ancora la lettera, Berlusconi si scusa dicendo che era stato male informato”. Pier Camillo Davigo, intervistato da Giovanni Floris a ‘di Martedì’ su La7 nella puntata che andrà in onda questa sera, risponde così a una domanda su come è andata a finire una sua querela nei confronti del leader di Forza Italia. E sempre su Berlusconi aggiunge: “Delinquente o statista? E’ stato condannato con sentenza irrevocabile per evasione fiscale. Negli altri Paesi a cui diciamo di voler somigliare sarebbe uscito dalla vita pubblica”.
Riferendosi poi a Matteo Renzi che in passato lo ha accusato di essere il campione dei giustizialisti, Davigo sottolinea: “Mi sono chiesto se Renzi sa di cosa parla. Ha detto che io violo la costituzione, in particolare la presunzione di innocenza, quando io ho detto che ci vorrebbe cautela quando uno è raggiunto da indizi o prove di reati. Lui quando era presidente del Consiglio fece approvare una legge per il licenziamento immediato dei furbetti del cartellino, io mi aspettavo solo la cautela, lui il licenziamento in tronco senza giudizio. Poi sono io quello poco garantista. Mah”.