Le misure del nuovo Dpcm in via di approvazione non piacciono alle regioni, che da ieri – dopo il via libera al decreto di Natale – contestano modi e termini dei provvedimenti. A protestare ancora una volta su Facebook è il governatore della Liguria, Giovanni Toti: “La limitazione della libertà dei cittadini deve essere proporzionata al rischio del Covid. Ora qualcuno del Governo mi spiegherà perché, di fronte a dati in calo della Liguria, come di molte altre regioni, un fratello non potrà passare il Natale con la sorella, un genitore con i figli. Ma qualcuno a Roma ha mai viaggiato per l’Italia, o vivono tutti ai Parioli?”.
“Perché se stai in una grande città puoi muoverti liberamente, se invece stai in un piccolo comune, probabilmente dovrai passare il Natale e il Capodanno da solo, anche se i parenti vivono a poche centinaia di metri ma in un altro comune. Magari – prosegue Toti – ci si infetta di più se si attraversa il confine tra un comune e l’altro, mentre se si va da un capo all’altro di una grande città, il virus ci risparmia? Questa non l’avevo ancora sentita! Lo stesso vale per ristoranti e bar: se uno ha un ristorante o un bar in un grande città, “buon per lui”, si fa per dire. Se la trattoria è in un piccolo paese, in una frazione, per chi starà mai aperta?”
“Se hai una casa a Cortina o Courmayeur e parti per le vacanze prima del 21 dicembre va tutto bene, ma se vuoi portare a Santo Stefano tuo figlio a fare una passeggiata nel parco, che è nel comune vicino al tuo, non puoi. Siamo riuniti come Regioni ma vorrei che fosse chiaro che il Decreto Legge del Governo con queste misure è già pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Trovo assai scorretto che il Governo adotti una simile misura senza neppure parlarne con gli enti locali. Mentre noi discutiamo dei suggerimenti da dare al Governo, le legge è già stata fatta. Tutti in casa, a prescindere da dati, zone gialle, diffusione del virus. Ma deve essere chiaro di chi è la responsabilità di tutte queste assurdità”, conclude Toti.