Terza ondata Covid “sarà minacciosa, ecco un piano in 4 punti” 

"La terza ondata si prospetta minacciosa. Occorre tesaurizzare quanto appreso nella prima e nella seconda ondata perché non abbiamo più scuse: il virus si può combattere, ma con lucidità e strategia. E se è stata lamentata la mancanza di un piano...

“La terza ondata si prospetta minacciosa. Occorre tesaurizzare quanto appreso nella prima e nella seconda ondata perché non abbiamo più scuse: il virus si può combattere, ma con lucidità e strategia. E se è stata lamentata la mancanza di un piano pandemico in Italia, io dico che ne serve uno efficace e in tempi rapidi, anzi subito”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute il presidente della Società italiana sistema 118 (Sis 118), Mario Balzanelli, che conosce da vicino Covid-19, dopo mesi di lavoro in prima linea e dopo aver contratto il virus. “Sto recuperando, ma questo virus è insidioso. Se già a marzo come Sis 118 sottolineavamo l’importanza del saturimetro, sono convinto che questa sia un’arma chiave per affrontare i prossimi mesi”, dice Balzanelli, illustrando il suo piano contro la terza ondata. Un piano in “4 punti”. 

“Punto primo: occorre monitorare a domicilio – spiega – le condizioni cliniche dei soggetti con infezioni respiratorie acute compatibili con Covid, ecco perché chiedo di garantire la presenza di saturimetri nelle case di tutti gli italiani. Un’arma fondamentale per intercettare i casi e l’eventuale aggravamento dei pazienti, per intervenire in modo precoce”. 

Altro elemento fondamentale: “Il 118 deve essere messo nelle condizioni di fare emogasanalisi con piccoli dispositivi portatili a bordo delle ambulanze, perché da solo il saturimetro non fotografa l’ossigeno nel sangue. Tutte le ambulanze medicalizzate devono essere dotati di questi dispositivi e di ventilatori a bordo per erogare una ventilazione non invasiva ad alte pressioni. I pazienti – sottolinea Balzanelli – non possono aspettare ore nefaste, ma hanno bisogno di riaprire i loro alveoli, in modo che le loro condizioni non precipitino”.  

Al terzo punto ci sono le Covid station: “Devono essere creati dei dispositivi ‘elastici’ di presa in carico, penso a tensostrutture o a container montati davanti agli ospedali, per la presa in carico dei tanti pazienti che arriveranno. Abbiamo sperimentato questa soluzione a Taranto su 844 pazienti e abbiamo avuto una mortalità dell’1,8%. Penso a Covid station a gestione 118, con l’ausilio degli specialisti ospedalieri”, suggerisce. Infine, al quarto punto “c’è l’esigenza di rinforzare il 118, sia nelle strutture operative, che nel numero di mezzi di soccorso e operatori. Ci troveremo davanti a mesi drammatici e servono rinforzi. Ma occorre pensarci adesso”, conclude. 

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