Lockdown a Natale, Zampa: “Ci sarà stretta, numeri ancora preoccupanti” 

Mentre è ancora in corso la discussione sull’ipotesi lockdown a Natale e festività imminenti, per la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, intervenuta a Rainews 24, il governo adotterà “provvedimenti un po’ più stringenti, non so fino a che punto – spiega la sottosegretaria – ma penso che noi non siamo nelle stesse condizioni della Germania, in quanto la nostra curva non è in salita, c’è un Rt in lieve discesa dappertutto ma abbiamo numeri ancora molto preoccupanti. Numeri che, quando abbiamo chiuso le scuole, immaginavamo assai più bassi di quelli che invece continuiamo a registrare”, ha spiegato. La sottosegretaria ha ricordato la convocazione di oggi, alle 17, della riunione del Comitato tecnico scientifico, nella quale si discuterà delle misure più restrittive, sulle quali – sottolinea – ci sono “due punti di vista, simili nella sostanza, ma entrambi mossi dall’idea che bisogna evitare le scene viste in questi giorni, che bisogna mettere più in sicurezza il Paese, cosa molto difficile, ma sicuramente verranno assunti provvedimenti un po’ più stringenti, sui quali non sarebbe corretto che dessi io delle anticipazioni”.  

Per descrivere le immagini degli assembramenti nello shopping natalizio in moltissime città italiane “prendo in prestito un’immagine suggerita dal mio amico Stefano Bonaga: quella di una mamma che dice al figlio ‘puoi mangiare la marmellata’ e quello se ne mangia 6 barattoli, per cui è evidente che la mamma a quel punto debba toglierli la marmellata. Questa immagine suggerisce l’idea di uno Stato che si trasforma in qualcos’altro e di un cittadino che ha bisogno di essere guidato. Penso invece che noi dobbiamo fare a meno di questo”, ha detto ancora Zampa. 

“Le regole chiare, certamente i sindaci devono fare in modo che vengano rispettate – aggiunge Zampa – e per questo possono assumere ordinanze più restrittive, così come possono farlo i presidente di Regione, certamente credo serva mettere in campo più controlli sulle regole e magari de vigili che limitino gli ingressi nelle zone più affollate. Ma oltre a questo – sottolinea – sarebbe importante riuscire a capire cosa non funziona nella comunicazione, perché i cittadini non si stanno comprendendo cosa è in discussione. Noi siamo come un malato che appena sta un po’ meglio interrompe la terapia, e ogni volta deve ricominciare da capo. Oppure se appena sta meglio esce fuori, prende freddo di nuovo, e si riammala. L’epidemia italiana – conclude – non regredirà mai se apriamo e chiudiamo continuamente”.  

 

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