“L’eccesso di mortalità dei contagiati” dal coronavirus Sars-CoV-2, in Italia e in generale in Europa, “non dipende, o dipende in minima parte, dalla struttura anziana della popolazione”. Lo sottolineano gli esperti dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane dell’università Cattolica – campus di Roma, in un’analisi sulla mortalità da Covid-19 che ha considerato anche i dati raccolti oltre i confini della Penisola.
Il numero più elevato di contagi in rapporto a 10mila residenti – si legge – si registra in Lussemburgo (626,8), seguito da Repubblica Cecoslovacca (522,9) e Belgio (519,0). I meno colpiti dalla pandemia sono la Finlandia (51,2), la Grecia (110,1) e la Lettonia (115,1). La mortalità più alta si riscontra in Belgio (15,3), Italia (10,15) e Spagna (9,9), mentre Finlandia (0,8), Cipro (0,8) ed Estonia (1,0) sono i Paesi meno colpiti. Quanto al rapporto tra decessi Covid e contagiati (tecnicamente la letalità), anche le analisi a livello europeo registrano una elevata variabilità, così come riscontrato fra le regioni italiane. E il confronto dei dati di letalità con la popolazione anziana (over 65) evidenzia una correlazione non significativa.
“L’Italia ha una elevata letalità” per Covid-19, commentano gli autori dell’analisi, “a fronte di un tasso di contagi che ci colloca nella fascia centrale della graduatoria europea. Dai dati sappiamo che i decessi sono avvenuti soprattutto tra gli anziani e il nostro Paese, a livello europeo, è primo per quota di anziani, ma questo spiega solo in parte tale mortalità. La situazione peggiore si riscontra in Gran Bretagna, il Paese con la letalità più elevata, nonostante abbia una popolazione relativamente giovane rispetto a molti altri Stati europei. Anche l’Irlanda evidenzia una letalità elevata in rapporto alla quota di anziani. In generale si evidenziano situazioni molto differenziati rispetto alla letalità, a parità di quota di popolazione anziana, per le quali andrebbero capite le ragioni”.