Social tra gli adolescenti: boom durante la pandemia

L'uso dei social tra gli adolescenti è aumentato considerevolmente nell'ultimo periodo. L'80% afferma di averla impiegata più assiduamente durante l'emergenza sanitaria.
social tra gli adolescenti

L’uso dei social tra gli adolescenti è aumentato considerevolmente nell’ultimo periodo. L’80% afferma di averla impiegata più assiduamente durante l’emergenza sanitaria.

Come emerge dall’indagine svolta dal Laboratorio Adolescenza in collaborazione con l’Istituto di ricerca Iard su 10.500 studenti tra i 13 e 19 anni, la pandemia ha incrementato l’utilizzo dei dispositivi digitali tra i giovani e conseguentemente la loro presenza sui social network. In particolare, l’età media con cui le nuove generazioni entrano in possesso del primo smartphone si è oltremodo abbassato. Infatti, se nel 2016 coloro a disporne a meno di 11 anni erano il 40,9% e nel 2019 il 60,4%, ad oggi la percentuale è salita a 78,1%.

L’utilizzo dei social tra gli adolescenti durante l’emergenza Covid: cos’ha causato

La pandemia non ha solamente velocizzato la digitalizzazione su scala nazionale e globale, ma ha anche creato isolamento e un notevole incremento nell’utilizzo dei social media tra i teenagers. Infatti, secondo quanto riportato dal sondaggio condotto dalla Società italiana di Pediatria, la Polizia di Stato e il portale Skuola.net, oltre il 50% di bambini/adolescenti passa più di 8 ore utilizzando dispositivi elettronici.

Ad ogni modo, nonostante la connessione, sono sempre di più coloro a considerarsi soli e tristi. Infatti, nonostante la didattica a distanza, la possibilità di giocare on-line con i coetanei e l’utilizzo dei social, il 25% degli intervistati dichiara di sentirsi isolato e avvertire la mancanza di una relazione in presenza. Soltanto un ridotto 6% dichiara un miglioramento nei rapporti interpersonali grazie alla tecnologia.

Cosa preferiscono gli adolescenti?

Come accennato nel paragrafo precedente, la pandemica ha portato con se un implicito incremento nell’uso dei social media tra gli adolescenti, in particolare gli under 11. Infatti, se nel 2016 la percentuale era del 20,5%, questa è andata via via incrementandosi a 34,5% nel 2019, per arrivare a 41,8 nel 2021. Il primato “social tra gli adolescenti” è di TikTok il quale ottiene il supporto del 65%: un 36,3% in più rispetto all’indagine svolta nel 2020. E se da un lato TikTok si guadagna il benvolere dei giovani, dall’altro Facebook si interfaccia con un utilizzo sempre più carente: solamente il 15% dei teenagers. Diversamente, Instagram e WhatsApp, mantengono il primato con rispettivamente il 90% e il 98% di consensi.

Si può parlare di dipendenza?

Quindi, se da un lato rappresentano un’opportunità, dall’altro non sono assenti gli effetti negativi causati fin dall’infanzia. Da un punto di vista psicologico, infatti, risultano numerosi gli episodi anomali legati all’utilizzo dei social. Soprattutto negli ultimi mesi, questi sono diventati artefici di apprensione, ansia e malessere. Inoltre, secondo un approccio neurobiologico, i meccanismi che causano la dipendenza da social tra i teenagers sono dovuti alla produzione di dopamina. Quest’ultima innesca un’incessante ricerca di approvazione e consensi tramite likes, commenti e interazioni.

In conclusione, proprio per l’incessante natura progressista della tecnologia, i rischi in cui possono incorrere le giovani generazioni sono presenti ed in continuo divenire. E’ essenziale monitorarne l’utilizzo soprattutto nella fase evolutiva, promuovendone un uso consapevole. Quest’ultimo non deve coinvolgere solamente i genitori, ma anche specialisti di settore e istituzioni, al fine di analizzare in modo critico ed agire al meglio.

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