Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Health Communication, le cattive notizie incidano negativamente sul benessere delle persone. Ecco cos’è il doomscrolling, che può peggiorare la salute mentale.
Giù, giù e ancora più giù. Guerra, pandemia, crisi climatica, il dito scorre sullo schermo e rimane incollato sulle bacheche che raccontano cattive notizie. Un circolo vizioso in cui si rimane incastrati. Si chiama doomscrolling e nuoce alla salute fisica e mentale delle persone. A rivelarlo è uno studio pubblicato sulla rivista Health Communication. I dati mostrano che il 16,5% delle 1.100 persone intervistate hanno registrato livelli crescenti di stress, ansia, e malattie. Una tendenza che è connessa al consumo di notizie scoraggianti o allarmanti.
Il professore associato Bryan McLaughlin, autore dello studio e ricercatore presso la Texas Tech University, ha affermato che il ciclo di notizie ininterrotto causa “un costante stato di allerta”, e aumenta la percezione del mondo come un luogo “oscuro e pericoloso”. Non solo, l’abuso di cattive notizie sembra generare stati ossessivi. Le persone che praticano il doomscrolling hanno l’esigenza di controllare costantemente il feed, e lo fanno per cercare notizie per cancellare lo stress. Spesso però non le trovano e questo peggiora il loro stato di ansia. “Non aiuta, e più controllano le notizie, più iniziano a interferire con altri aspetti della loro vita”, spiega McLaughlin.
Secondo i dati riportati, il 28,7% degli intervistati non ha riscontrato effetti negativi. Il 27,3% ha segnalato livelli “moderatamente problematici”, e il 27,5% è stato colpito in modo più decisivo ma non allarmante dalle cattive notizie. Il restante 16,5% invece ha subito in modo significativo gli effetti del doomscrolling. Di questi Il 74% ha riferito di avere problemi legati alla salute mentale, il 61% problemi fisici. Hanno sviluppato una sorta di dipendenza dalle notizie che li assorbono a tal punto da condizionare lo stato psico-fisico. “Il problema sembra essere più diffuso di quanto ci aspettassimo. Molte persone provano livelli altissimi di ansia e stress a causa delle loro dieta mediatica”, sottolinea McLaughlin.