E’ confermato: il virus, almeno sul piano delle infezioni, “ha colpito l’età pediatrica meno e in maniera meno grave rispetto agli adulti. Dall’inizio dell’epidemia” di Covid-19 “sono stati 43.841 (pari al 3,6% del totale) i casi diagnosticati nella fascia d’età 0-9 anni. E 105.378 quelli diagnosticati nella fascia 10-19 anni (8,6%)”. A tracciare il quadro Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria (Sip) che oggi presenta il Congresso straordinario digitale sul tema ‘La pediatria italiana e la pandemia da Sars-CoV-2’. Appuntamento che si apre domani ed è in programma sino al 28 novembre. Nel corso del congresso si valuterà l’impatto della pandemia, da diversi punti di vista, su neonati, bambini e adolescenti.
Per quanto riguarda i contagi, spiega Villani, tra i bambini più piccoli (da 0 a 1 anno) gli asintomatici sono più di 6 su 10 (64,3% dei casi) e più di 3 su 10 (32%) i paucisintomatici o con sintomi lievi, mentre solo il 3,4% manifesta sintomi severi. Nella fascia di età tra 2 e 19 anni gli asintomatici sono più di 7 su 10, la restante parte è paucisintomatica o lievemente sintomatica (rispettivamente: 8,6% paucisintomatici e 15,2% lievemente sintomatici nella fascia 2-6 anni; 10% paucisintomatici e 19,4% lievemente sintomatici nella fascia 7-19). Marginali i sintomi gravi in questa fascia di età (tra 0,3% e lo 0,4%). Sono stati invece 8 i decessi registrati in pazienti da 0 a 19 anni dall’inizio dell’epidemia, secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità.
“E’ confermato che la fascia pediatrica corre meno rischi diretti rispetto alla pandemia, anche se ci sono una serie di rischi collaterali importati che non si manifestano oggi e su cui dobbiamo vigilare”, ha concluso Villani.