Sono “dieci le regioni ancora a rischio alto” per contagi da Coronavirus in Italia. A spiegarlo nel corso della conferenza stampa sull’andamento dell’epidemia è Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. “Il sovraccarico è ancora alto in molte regioni” d’Italia, “il numero nuovi casi quotidiani” di Covid-19 “è ancora significativo e se non decresce rapidamente diventa un fattore critico. Oggi dieci regioni sono ancora a rischio alto, di queste 9 sono classificate a rischio alto da più di tre settimane, sono al massimo sforzo da lungo tempo e dobbiamo fare in modo che rapidamente decrescano”, ha spiegato Brusaferro nell’analisi dei dati del monitoraggio regionale Covid della Cabina di regia.
“Le conseguenze sono evidentemente che bisogna continuare a ridurre drasticamente le interazioni fisiche tra le persone, bisogna evitare tutte le occasioni di aggregazione, limitare al massimo anche nelle proprie abitazioni il numero di persone che si ritrovano, bisogna impedire in tutti i modi gli assembramenti, fare in modo che la distanza interpersonale, l’uso della mascherina e l’igiene delle mani siano dei mantra”, ha sottolineato.
Secondo il monitoraggio realizzato da Istituto superiore di sanità e ministero della Salute, nella settimana dal 16 al 22 novembre, con aggiornamenti al 25 novembre, “quasi tutte le Regioni o Province autonome sono ancora classificate a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile sul territorio, o a rischio moderato con alta probabilità di progredire a rischio alto nelle prossime settimane. In particolare, 10 Regioni o Province autonome sono classificate a rischio alto di una trasmissione di Sars-CoV-2”.
In una tabelle del report si legge che le 10 Regioni a rischio alto o equiparato ad alto sono: Abruzzo, Calabria (non valutabile), Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Pa Bolzano, Puglia, Sardegna e Toscana. La Calabria “è considerata a rischio alto a titolo precauzionale – si precisa – in quanto non valutabile in modo attendibile per completezza del dato di sorveglianza insufficiente al momento della valutazione anche per la stima dell’Rt”.
Fra le 10 Regioni, “9 sono state classificate a rischio alto o equiparate a rischio alto per 3 o più settimane consecutive”, e “questo prevede specifiche misure da adottare a livello provinciale e regionale in base al documento ‘Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale’ trasmesso con Circolare del Ministero della Salute del 12 ottobre”.
“Delle 10 aree a rischio alto o ad esso equiparate – prosegue il report – 5 presentano una trasmissibilità calcolata al 4 novembre compatibile con uno scenario di trasmissione 2 e le 5 restanti hanno uno scenario di tipo 1, tranne in un caso” appunto “in cui tale classificazione non è considerata affidabile per incompletezza dei dati. Le rimanenti sono classificate a rischio moderato di cui 7 con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese, e presentano una trasmissibilità calcolata al 4 novembre compatibile con uno scenario di trasmissione 2 in 2 di queste e con uno scenario di tipo 1 per la rimanente”.
Data “la trasmissibilità e la probabilità elevata di un imminente passaggio alla classificazione di rischio alto – si legge nel documento – si raccomanda alle autorità sanitarie delle 7 Regioni o Province autonome con una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese di valutare la opportunità di adottare, anche a livello sub-regionale, ulteriori misure di mitigazione”.