Il 2021 “sarà speriamo l’anno giusto per mettersi finalmente alle spalle questi mesi così difficili. Sarà l’anno in cui avremo un vaccino sicuro ed efficace, cure sicure ed efficaci, e io penso che dagli anticorpi monoclonali possano arrivare le risposte che aspettiamo sul piano delle cure”. Così il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervistato su SkyTg 24 a ‘Live In’.
“I vaccini sono in dirittura d’arrivo – ha spiegato Speranza – aspettiamo che l’Agenzia europea ci dia un esito positivo nelle prossime settimane e quindi in 2021 sarà l’anno che ci consentirà di metterci alle spalle queste settimane difficili”. Ma “non capiterà in un battito di ciglia: i vaccini non arriveranno tutti insieme, saranno scaglionati, ma possiamo dare un messaggio positivo”. Quanto alla sicurezza, “dobbiamo avere la certezza di un processo che si completa in tutte le sue fasi: quando l’Ema arriverà a dire che il vaccino è sicuro possiamo starne certi. Precipitare i tempi sarebbe stato un errore”.
Parlando della vaccinazione anti-Covid e dell’ipotesi di un’obbligatorietà, Speranza ha detto che “nei piani del governo c’è arrivare all’immunità di gregge. Partiremo con l’impostazione della volontarietà della vaccinazione. E valuteremo dove si arriverà. I cittadini sono consapevoli che il vaccino è la strada per sconfiggere questo virus, e credo che gli italiani saranno all’altezza di questa sfida”.
Al governo “toccherà fare una grande campagna, perché tutti possano avere gli elementi per essere convinti di vaccinarsi. Poi valuteremo in corso d’opera se ci sono le condizioni per raggiungere questo obiettivo con queste impostazioni”, ha aggiunto il ministro della Salute, senza escludere un eventuale ricorso all’obbligatorietà ma anche senza mai parlare di obbligo vaccinale.
“NON ABBASSARE LA GUARDIA” – Dal ministro della Salute è arrivato un monito: “Se si superano i 50 casi ogni 100mila abitanti il tracciamento meticoloso diventa molto complicato, per questo dobbiamo tenere in vigore misure che ci consentano di abbassare la pressione. La direzione di marcia è quella giusta, dobbiamo insistere con le misure ed evitare gli assembramenti in ogni modo. Se abbassiamo la guardia avremo una nuova recrudescenza a gennaio”.
A chi ha parlato di un governo senza cuore, che separa le famiglie a Natale, “il cuore del governo esiste – ha replicato Speranza – ed è orientato a difendere il diritto alla salute. Una linea necessaria perché non possiamo permettere una recrudescenza ulteriore. Stiamo chiedendo sacrifici importanti in una fase dell’anno delicata come quella delle festività natalizie, ma se abbassiamo la guardia rischiamo di trovarci nella fase di startup della vaccinazione con una nuova recrudescenza. E questo non possiamo permettercelo”.
“CAMBIATO TUTTO IN QUESTI MESI” – Speranza ha detto che “è cambiato tutto in questi mesi. Sono arrivato a questa esperienza con un profilo molto politico. In questi mesi, invece, il profilo è diventato istituzionale, come è giusto che sia. L’impegno è stato 24 ore al giorno sulla necessità di affrontare una crisi senza precedenti, una crisi di natura mondiale che ha coinvolto tutti i Paesi del mondo. E’ chiaro che questa esperienza è stata, ed è ancora, un’esperienza che riempie le giornate di sfide che hanno a che fare con la tenuta delle istituzioni”. “La politica ha un senso se prova ad affrontare i problemi delle persone – ha sottolineato – E mai come in questo passaggio c’è bisogno di questo aspetto”.
“Le istituzioni repubblicane, a tutti i livelli, in questi giorni e in queste settimane, sono quotidianamente in contatto con presidenti di Regioni, con i sindaci di Comuni importanti e persino di quelli più piccoli. Le istituzioni devono provare a fare tutto quello che è possibile per provare a risolvere i problemi che ci sono – ha detto Speranza – Non c’è la bacchetta magica, non ci sono soluzioni miracolistiche, ma c’è un lavoro quotidiano che va svolto con il massimo dell’impegno. Ed è quello che abbiamo provato a fare, con le Regioni, con i Comuni mettendo in campo tutti gli sforzi possibili e immaginabili, in un contesto inedito e oggettivamente difficile da affrontare”.
“Dobbiamo lavorare insieme. Finita questa fase” pandemica “dobbiamo trovarci a un tavolo con le Regioni e trovare un punto di equilibrio vero” ha rimarcato. Ovvero “un equilibrio intelligente tra le competenze che devono necessariamente stare sul territorio e un ruolo molto significativo dello Stato. Ma questo dovremo farlo a emergenza finita”.
Poi, a proposito del sondaggio secondo il quale oltre il 97% degli italiani ha abbastanza o molta fiducia nei medici, ha commentato: “Sono orgoglioso dei medici del nostro Paese, come sono orgoglioso di tutto il personale sanitario. Oltre ai medici ci sono tante altre figure che servono a reggere il nostro sistema sanitario nazionale. I medici italiani hanno dato una prova straordinaria. Tante volte ho sentito parlare di eroi. A me non piace la cultura che cerca sempre un eroe, una persona che fa un miracolo, che ha la bacchetta magica. Mi piacerebbe un Paese in cui si coltivino di più virtù antieroiche”.
“I nostri medici – ha aggiunto – il nostro personale sanitario è stato straordinario, facendo giorno e notte il proprio lavoro, quello per cui è chiamato e che, in questo caso, coincide con una missione. Fare il medico è anche una scelta di vita. Dobbiamo essere assolutamente grati ai medici del nostro Paese per il lavoro straordinario che svolgono, così come a tutto il personale sanitario: infermieri, tecnici, farmacisti… insomma tutti quelli che in questi mesi hanno combattuto contro il virus in primissima linea”.
SCUOLE – Poi le scuole. “Anche nelle zone rosse abbiamo sempre deciso di lasciare aperte le scuole primarie e la prima media. Lo abbiamo fatto perché riteniamo che la scuola abbia una funzione fondamentale nel nostre Paese. Difendiamo il più possibile la scuola. C’è una grande sintonia in Consiglio dei ministri, siamo molto uniti: vogliamo che le scuole riaprano nel più breve tempo possibile, tutte” ha detto Speranza.
Per quanto riguarda i rischi di contagio legati alla scuola, Speranza ha ricordato che “ci sono studi che ci dicono quanto ciascuna attività pesa, rispetto al contagio. Siamo riusciti ad avere un livello alto di sicurezza nelle scuole. Il punto è che abbiamo a che fare con 10 milioni di persone che gravitano intorno alla scuola. E il movimento di queste persone produce un effetto”.
Commentando un sondaggio che, in base all’opinione degli italiani ha tracciato una scala di priorità rispetto ai sacrifici proposti, Speranza ha detto che “ogni attività è un’attività importante. Io non me la sentirei di fare una classifica: i cinema, i teatri secondo l’opinione pubblica diffusa, come indica il vostro sondaggio, sarebbero meno centrali. Secondo me sono un pezzo fondamentale della nostra società. Purtroppo stiamo facendo delle scelte che sono sacrifici. Nessuna di quelle attività rappresenta un sacrificio ‘basso’. Sono sempre sacrifici ‘alti’, ma indispensabili purtroppo. Non sono bizze. Sono sacrifici che siamo costretti a chiedere a chi lavora in quei settori. Nessuna di queste scelte è stata fatta a cuor leggero”.
RIFORMA FISCALE – “Non c’è dubbio che la pandemia accresca le disuguaglianze”. E, dal momento che “il governo ha in mente una riforma fiscale, penso che sia giusto aprire un dibattito” su questo tema, ha detto il ministro della Salute. Alla domanda sul possibile ricorso a una patrimoniale, Speranza ha risposto: “Io mi batterò per il principio di progressività”.