“Tutti gli inverni l’influenza affolla gli ospedali e a gennaio c’è il rischio di una strage se, invece di chiudere la seconda ondata di Covid, facciamo partire la terza. Per questo serve il massimo rigore durante le feste”. Ad affermarlo, in un’intervista a ‘La Stampa’, è Nino Cartabellotta, medico e presidente della Fondazione Gimbe.
Da cosa dipendono tanti decessi? “Purtroppo mancano dei dati per rispondere. Non sappiamo per esempio dove sono morti: reparti ordinari, terapia intensiva, Rsa o casa? Solo alcune Regioni lo comunicano e non esiste un aggregatore di queste informazioni. L’età media dei deceduti è 80 anni e si può ricavare che la gran parte arrivi dai reparti ordinari, perché l’età media dei morti in terapia intensiva è tra 50 e 70 anni”.
Il lockdown parziale basta per fermare i contagi? “Le misure attuali sono più leggere della prima ondata, ma tutto dipende dal tipo di verifica. L’Rt scende, ma i contagi pur rallentando continuano a aumentare e i dati ospedalieri pure. Non conosciamo ancora l’effetto reale dei provvedimenti e l’Italia tutta gialla è un grande rischio dovuto più al desiderio politico che alla realtà epidemiologica”.