Il ministero della Salute lancia l’allarme: in Italia aumentano i casi di scabbia e torna la paura. Rispetto al passato, però, è una malattia molto meno pericolosa, ecco le cause, i sintomi e come curarla.
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La scabbia torna in Italia, nuovi casi nell’ultimo decennio
In una scuola elementare di Riccione è stato segnalato un caso di scabbia, e questo ha allarmato il ministero e i cittadini. In realtà, secondo quanto riportato proprio dal ministero della Salute, nell’ultimo decennio c’è stato un repentino aumento dei casi.
Tra le cause ci sono i viaggi in Paesi in cui la malattia continua a proliferare, un fattore di rischio da non sottovalutare e che può riportarla in auge. Fortunatamente ci sono alcuni comportamenti che si possono tenere per evitare di contrarla e rispetto al passato c’è una maggiore conoscenza dell’argomento.
Cos’è la scabbia e come si diffonde
La scabbia è causata da un piccolo parassita noto come sarcoptes scabiei, che si nasconde nella pelle umana per nutrirsi. Questo parassita si trasmette principalmente attraverso il contatto diretto con una persona infetta.
È importante ricordare che tale contatto non deve essere necessariamente prolungato, poiché è sufficiente anche un breve tocco per favorire la diffusione del parassita. La condizione può anche diffondersi tramite oggetti personali infetti come indumenti o biancheria da letto.
Di norma, però, il contatto che si prolunga per almeno 15 minuti ne favorisce la diffusione, di conseguenza è probabile che il contagio avvenga tra contatti stretti o in luoghi in cui si rimane per molto tempo.
Sintomi della scabbia
Il sintomo più comune associato alla scabbia è il prurito intenso, soprattutto di notte, eccessivamente fastidioso per chi ne è affetto. È interessante notare che il prurito è solitamente più intenso durante le ore notturne, poiché il calore del letto e il calo dell’adrenalina favoriscono la reazione allergica al parassita.
Oltre al prurito, è comune riscontrare nel paziente eruzioni cutanee caratteristiche, simili a piccole bolle o vesciche, che possono apparire su diverse parti del corpo, come polsi, dita, genitali o pliche cutanee.
Prevenzione e gestione della scabbia
La prevenzione della scabbia è fondamentale per evitare la diffusione della malattia e proteggere se stessi e gli altri. Ecco alcune strategie efficaci per prevenirla:
- Mantenere un’adeguata igiene personale: lavarsi regolarmente con acqua calda e sapone aiuta a rimuovere eventuali parassiti presenti sulla pelle. Inoltre, indossare vestiti puliti e frequentemente cambiare biancheria da letto può ridurre il rischio di contagio.
- Ridurre il contatto diretto con persone infette: non abbracciare o stringere le mani di una persona con scabbia, poiché il contatto diretto è uno dei principali metodi di diffusione della malattia. È importante essere consapevoli di chi l’ha contratta e adottare precauzioni adeguate.
- Evitare la condivisione di oggetti personali: asciugamani, indumenti e biancheria da letto dovrebbero essere rigorosamente personali per evitare la diffusione della scabbia. Evitate di condividere tali oggetti, specialmente se sospettate di essere infetti o vi trovate in prossimità di persone che ne sono affette.
- Pulire e disinfettare gli ambienti: la pulizia regolare degli ambienti, compresi i vestiti, la biancheria da letto e gli asciugamani, è fondamentale per eliminare i parassiti che potrebbero essersi annidati. Lavare questi oggetti a temperature elevate può aiutare ad uccidere i parassiti e prevenire la diffusione della malattia.
- Informare i contatti stretti: se venite diagnosticati con la scabbia, è importante informare immediatamente tutte le persone con cui avete avuto contatti stretti. In questo modo, potranno adottare le adeguate misure preventive per evitare la diffusione della malattia.
Quali sono le cure
Una volta che si presume di aver contratto la scabbia, la prima cosa da fare è rivolgersi al proprio medico. In una prima fase sarà fondamentale non applicare alcun prodotto sulla pelle, soprattutto a base di cortisone, perché potrebbe rendere più difficoltosa la diagnosi.
Fortunatamente la ricerca ha fatto sì che le cure siano progredite ed efficaci, e di norma basta una terapia orale o un trattamento che agisce direttamente sull’acaro responsabile. Se il prurito dovesse proseguire niente paura, è normale, può proseguire anche oltre i 15 giorni.
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