Bce mantiene tassi fermi, cosa ha detto Lagarde 

Nessun cambiamento nella politica della Bce sui tassi: infatti il Consiglio direttivo ha deciso di mantenere i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente allo...

Nessun cambiamento nella politica della Bce sui tassi: infatti il Consiglio direttivo ha deciso di mantenere i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rimarranno invariati rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%. Il Consiglio direttivo “si attende che i tassi di interesse di riferimento della BCE si mantengano su livelli pari o inferiori a quelli attuali finché non vedrà le prospettive di inflazione convergere saldamente su un livello sufficientemente prossimo ma inferiore al 2% nel suo orizzonte di proiezione e tale convergenza non si rifletterà coerentemente nelle dinamiche dell’inflazione di fondo”. 

Come previsto, nella riunione di ottobre il Consiglio direttivo della Bce ha scelto di aspettare gli sviluppi – soprattutto per quanto riguarda la seconda ondata della pandemia – rimandando al meeting di dicembre le possibili modifiche alle proprie politiche e ai propri strumenti. Nel documento finale, infatti, si spiega come “nell’attuale contesto di rischi chiaramente inclinati al ribasso, il Consiglio direttivo valuterà attentamente le informazioni in arrivo, comprese le dinamiche della pandemia, le prospettive di lancio dei vaccini e gli sviluppi del tasso di cambio”. 

Alla luce di questi sviluppi “saranno elaborate nuove stime macroeconomiche dallo staff della Bce che “consentiranno una rivalutazione approfondita delle prospettive economiche e dell’equilibrio dei rischi. Sulla base di questa valutazione aggiornata, il Consiglio direttivo ricalibrerà i suoi strumenti, nel caso, per rispondere alla situazione in evoluzione e per garantire che le condizioni di finanziamento rimangano favorevoli per sostenere la ripresa economica e contrastare l’impatto negativo della pandemia sul percorso previsto dell’inflazione”. 

“Il dato sul terzo trimestre arriverà domani e potrebbe sorprendere” per l’entità del rialzo ma “il quarto trimestre sarà in calo: ci aspettiamo infatti che novembre sarà molto negativo perché rifletterà la perdita di slancio che vediamo da settembre. Inoltre non conosciamo quale sarà l’effetto che a novembre avranno le nuove misure di contenimento”, ha affermato la presidente della Bce Christine Lagarde. Se il manifatturiero ‘tiene’ – ha aggiunto i servizi rallentano notevolmente e “nonostante le misure di politica fiscale che sostengono famiglie e imprese, i consumatori restano prudenti e l’incertezza si fa sentire sugli investimenti”.  

In questo scenario, inutile attendersi una ripresa dei prezzi con una inflazione che nell’Eurozona a settembre è scesa ancora più in basso (-0,3%) e, ha anticipato la presidente della Bce, “resterà negativa fino all’inizio del 2021”. 

Insomma, la Bce ‘resta ferma’ (come previsto) decidendo solo di decidere a dicembre quando arriveranno le nuove stime macroeconomiche, che inevitabilmente terranno conto della seconda ondata in cui ormai si dibatte l’Europa. Su questo c’è stata nell’organismo che guida l’Eurotower c’è stata unanimità “nel riconoscere che i rischi sono chiaramente al ribasso” quindi sulla “necessità di agire, ricalibrando i nostri strumenti nella prossima riunione di dicembre”; una unanimità che – come ha ammesso Christine Lagarde in conferenza stampa – rappresenta “una circostanza piuttosto unica”. Ma nelle settimane che ci separano dal 10 dicembre è indubbio che fra i membri del Consiglio si ragionerà su quale delle misure intervenire per rispondere meglio al nuovo scenario anche se, ha spiegato la presidente in questa fase “servono tutti gli strumenti, e non uno solo” per una migliore ripresa post-crisi. E – anticipa la Lagarde – “non serve l’unanimità per intervenire: è perfettamente legittimo avere vedute diverse ma alla fine si arriva sempre a decisioni ampiamente condivise”. Fra quelle a rischio ‘contestazioni’, la modifica della ‘capital key’ (ovvero la ripartizione pro quota degli interventi nazione per nazione, che negli ultimi mesi è stata resa flessibile, a favore dell’Italia): “se servirà potremo modificarla” ha anticipato la presidente. 

Aspettando un vaccino – che rappresenta l’unico vero ‘game changer’ per la crisi in corso – la Lagarde ha ribadito il pieno appoggio alle misure varate dall’Unione Europea: nello scenario che seguirà alla pandemia “un ruolo chiave – ha spiegato – lo avrà il pacchetto definito dall’Ue, purché i fondi siano disponibili per la spesa pubblica senza ritardi, affiancando riforme strutturali” necessarie: in questo modo il Recovery “contribuirà a una ripresa più veloce e uniforme” anche se “resta fondamentale una politica fiscale ambiziosa”. Ed “è incoraggiante – ha concluso – vedere dopo molti anni politiche fiscali e monetarie lavorare insieme”. 

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