Borsa: Milano in rosso -2,03%, energetici sotto attacco 

Tornano le vendite sui listini europei. Chiusura con il segno meno per le borse del Vecchio Continente in scia dell’approvazione di nuove misure di contenimento della pandemia. A peggiorare l’umore degli operatori è arrivato il monito del Fondo monetario internazionale che,...

Tornano le vendite sui listini europei. Chiusura con il segno meno per le borse del Vecchio Continente in scia dell’approvazione di nuove misure di contenimento della pandemia. A peggiorare l’umore degli operatori è arrivato il monito del Fondo monetario internazionale che, nel suo ultimo report sull’Europa, ha evidenziato un “outlook eccezionalmente incerto” a causa della pandemia a cui si aggiunge lo spauracchio di una Brexit senza accordo, “che aggiungerebbe un altro choc potenzialmente considerevole”. 

Sul listino di Piazza Affari, dove il Ftse Mib ha chiuso in rosso del 2,03% a 19.085,95 punti, spiccano le vendite su BPER (-6,38%), salita ieri di quasi dieci punti percentuali, il –4,77% di Leonardo, dopo che il Cda ha confermato la fiducia all’Ad Alessandro Profumo nonostante la sentenza Mps, ed il -4,06% di Pirelli. 

Lettera anche sui big del comparto petrolifero: Saipem ha chiuso con -5,26%, Eni con un -3,38% e Tenaris in rosso del 2,48%. Nonostante le indicazioni in arrivo dalle scorte statunitensi di greggio, scese nell’ultima settimana di 1 milione di barili (consenso -0,5 milioni), il future sul Brent arretra del 2,7% a 42 dollari il barile. 

Giornata decisamente negativa anche per Atlantia (-3,24%): secondo indiscrezioni, ieri il Cda ha valutato “non conforme”, sia in termini di prezzo sia a causa del fatto che non è vincolante, l’offerta arrivata dalla Cassa depositi e prestiti e dai fondi per l’acquisizione dell’88% di Aspi. 

Le voci, smentite dai diretti interessati, sulla presunta volontà di cedere quote della holding hanno permesso a Salvatore Ferragamo di chiudere con un 8,73% mentre la vittoria nella partita inaugurale della Champions League hanno favorito gli acquisti sul titolo Juventus, in aumento del 4,6%. 

Nel comparto obbligazionario, il clima di avversione al rischio ha spinto lo spread, che ha fatto segnare un deciso incremento a 137 punti base, oltre il 4% in più rispetto al dato precedente. (in collaborazione con money.it)  

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