Borsa: Milano inizia l’ottava con il segno meno, Fca in controtendenza 

Avvio di settimana negativo per le borse europee, alle prese con il nuovo balzo dei contagi e con le conseguenti misure restrittive. In questo contesto, il nostro Ftse Mib, che ha terminato a 18.945,14 punti (-1,76%), non ha potuto capitalizzare la...

Avvio di settimana negativo per le borse europee, alle prese con il nuovo balzo dei contagi e con le conseguenti misure restrittive. In questo contesto, il nostro Ftse Mib, che ha terminato a 18.945,14 punti (-1,76%), non ha potuto capitalizzare la decisione annunciata venerdì sera da S&P che, nel confermare la valutazione sul merito di credito italiano, ha alzato l’outlook da “negativo” a “stabile”. La notizia ha invece spinto al ribasso lo spread con i titoli “made in Germany”, sceso del 4% a 129 punti base. 

Tra le poche performance positive sul paniere delle blue chip spicca il +0,72% di Fiat Chrysler. A spingere gli acquisti sulle azioni della casa italo-statunitense sono state le indiscrezioni su un presunto via libera delle autorità europee al matrimonio con PSA, destinato a far nascere il quarto costruttore di auto a livello globale. 

Nel comparto bancario si segnala il -1,73% di Banco BPM, il -2,19% di Intesa Sanpaolo ed il -1% tondo di BPER. L’aumento di capitale finalizzato all’acquisizione degli sportelli di Ubi Banca si è chiuso con sottoscrizioni al 99,2 per cento. 

In rosso anche UniCredit, che oggi ha presentato i consueti dati di consenso per il terzo trimestre. Secondo le stime, tra luglio e settembre il margine di intermediazione dovrebbe essersi attestato a 4,2 miliardi, l’utile ante imposte a 380 milioni e l’utile netto a 300 milioni di euro. Le azioni dell’istituto di Piazza Gae Aulenti hanno terminato la seduta con un -1,4%. 

Nel comparto assicurativo, Generali (-1,53%) ha annunciato di aver sottoscritto l’aumento di capitale riservato in Cattolica Assicurazioni (-1,69%) da 300 milioni di euro. Tramite questa operazione, il Leone di Trieste detiene il 24,46% di Cattolica. 

La debolezza del greggio, che al momento quota in rosso del 3% a 40,8 dollari il barile, ha finito per penalizzare Eni e Tenaris, che hanno rispettivamente lasciato sul parterre il 3,09 ed il -2,64 per cento. La debolezza dell’oro nero è riconducibile alle misure di contenimento e al ritorno in grande stile della produzione libica (stimata a un milione di barili nel giro di un mese). (in collaborazione con money.it)  

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