“Il rischio di una terza ondata esiste ed è concreto. Non siamo indovini, ma considerati i numeri attuali possiamo prevedere che eventuali disattenzioni a Natale le pagheremo con la terza ondata, che oltretutto rischia di sommarsi alla stagione influenzale”. Lo sottolinea all’Adnkronos Salute Roberto Cauda, ordinario di Malattie infettive all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore dell’Unità operativa di Malattie infettive della Fondazione Policlinico Gemelli Irccs di Roma.
“Consideriamo che negli Stati Uniti stanno già facendo i conti con la terza ondata. Poi è una questione di semantica: possiamo parlare di varie ondate, ma anche di un’unica ondata con recrudescenze periodiche. Il punto – dice Cauda – è che la curva in Italia scende, ma molto lentamente, come pure la percentuale dei positivi sul numero dei tamponi. Insomma, il trend è in calo, ma il dato dei ricoveri e dei pazienti in terapia intensiva è sempre ‘impegnativo’. E’ invece decisamente positivo il dato di Rt, in diminuzione, ma non nego che la prossimità con il Natale preoccupi. Dobbiamo evitare l’effetto registrato l’estate scorsa e ricordare che questo virus non ammette distrazioni. Teniamo conto che la situazione è delicata e merita la massima attenzione”.