La ‘distrazione’ natalizia può aprire la strada a una terza ondata pandemica di Coronavirus all’inizio del prossimo anno. Per questo, oggi più che mai, “è necessario non abbassare la guardia, non mollare. Non pensiamo che Natale possa essere una zona franca. Perché non lo è. Dietro l’angolo di un Natale ‘rilassato’ c’è il rischio di un virus che presenta il conto, ancora una volta”. A lanciare l’allarme all’Adnkronos Salute è il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli. “L’allentamento delle misure attualmente previste – spiega – può portare a situazioni difficilmente governabili. Come fanno temere le scene viste domenica a Milano, con il passaggio dalla zona rossa alla zona gialla: molta gente che è tornata a fare gli acquisti. Occasioni di incontro tra le persone che aumentano i rischi. E poiché questa modalità si potrebbe ripetere sotto le feste di Natale, favorendo momenti di aggregazione e di incontro, una nuova ripresa della diffusione del virus, con numeri che diventano sempre maggiori, ne sarebbe la conseguenza. E questo ci avvierebbe, purtroppo, verso una terza ondata. Serve stare attenti e non vanificare i risultati ottenuti” .
Gennaio si preannuncia molto preoccupante, secondo i medici italiani. Il nuovo anno, infatti, porterà con sé un ‘mix esplosivo’ per la tenuta del Servizio sanitario nazionale: un possibile aumento dei casi di Covid-19 legato alle feste natalizie, il picco influenzale e l’avvio della vaccinazione contro il Coronavirus, in cui saranno impegnati molti camici bianchi e che assorbirà molti sforzi organizzativi. “Siamo molto preoccupati – ammette Anelli – A gennaio, all’eventuale aumento di casi legato alle feste, si sommeranno eventi importanti. Uno è l’influenza che ha il suo picco proprio tra la fine di gennaio e i primi di febbraio. Ai malati Covid si sommeranno i malati con l’influenza. E questo metterà a durissima prova il Servizio sanitario nazionale. E’ una delle maggiori preoccupazioni per le quali avevamo chiesto il lockdown”. L’altro elemento “è la campagna vaccinale per il Covid che prevede la dislocazione di una parte importante dei medici e infermieri, del nostro ‘esercito’, che dovrà occuparsi di vaccinare, e sarà distolto dall’assistenza. Tutte queste situazioni non possono che creare una profonda preoccupazione sulla tenuta del Ssn”. “Sin da oggi bisogna conteggiare non solo i morti e i malati Covid – precisa il numero uno della Fnomceo – ma anche quelli non Covid. Anche oggi le ambulanze arrivano in ritardo su un incidente perché impegnate con malati Covid; già oggi succede che i nostri anziani con frattura di femore non riescono a fare l’intervento nelle 72 ore e questo comporta un aumento della mortalità; sin da oggi gli infartuati hanno un’assistenza meno tempestive”, e il timore dunque non è infondato. Tutto questo, però, “è evitabile. Se mettessimo a frutto le nostre esperienze, quelle che abbiamo fatto finora, e se riuscissimo a seguire le regole di protezione”, dice Anelli, preoccupato anche per il fatto che “i cittadini tendono a minimizzare. Il messaggio che passa e che se non siamo in zona rossa possiamo fare quello che vogliamo. Non è così. Dovremmo comportarci sempre come se fossimo in zona rossa. Il virus morde ancora tantissimo”.