La pandemia fa chiudere male il 2020 per l’economia e zavorra il 2021. E’ lo scenario che emerge dalla Congiuntura Flash di dicembre del Centro Studi Confindustria. Gli analisti infatti prevedono come il profilo “a V” del Pil nel biennio sarà meno profondo, e osservano come i servizi sono di nuovo in rosso, mentre finora regge a fatica l’industria, dove il settore automotive affronta insieme shock sanitario e salto tecnologico.
Inoltre, il Csc osserva come i consumi tornano in calo, si riduce l’occupazione, il debito eccessivo delle imprese frena gli investimenti, l’export italiano vira al ribasso mentre gli scambi mondiali reggono. L’Eurozona è in recessione, nonostante i tassi favorevoli, mentre incombe il rischio di una Brexit disordinata, il dollaro è sempre più debole e il petrolio più caro.
Nei servizi si è registrata una nuova flessione a novembre (pmi a 39,4), sebbene meno marcata di quella di marzo-aprile a causa dell’impatto sulla domanda delle restrizioni alla mobilità e anche per le chiusure parziali di alcuni settori, molti legati al turismo. Nell’industria, invece, il pmi (51,5) indica una frenata, ma ancora in territorio positivo; la produzione, però, sembra aver già invertito la rotta con -2,3% a novembre e -6,3% dal livello pre-Covid.