“Ai miei figli, che sono piccoli, racconterò che giustizia è stata fatta a metà”. Così Paolo Curi, marito di Eleonora Girolimini, la mamma 39enne morta nella strage di Corinaldo la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018. Per i 6 imputati pene ridotte rispetto alle richieste dell’accusa: Dodici anni e 4 mesi per Ugo Di Puorto, 12 anni e 3 mesi per Raffaele Mormone, 10 anni e 5 mesi per Badr Amouiyah, 11 anni e 3 mesi per Andrea Cavallari, 10 anni e 11 mesi per Souhaib Haddada e 11 anni e 2 mesi per Moez Akari.
“Ora aspettiamo il prossimo processo – continua Paolo – lì sono molto, molto più colpevoli di questi imputati, perché se non avessero riaperto quella discoteca mia moglie sarebbe ancora viva. Questi ragazzi hanno fatto lo stesso anche altrove e mai è morto nessuno. Io ero lì dentro, si respirava un’aria di non sicurezza al 200%, era sovraffollata all’inverosimile e la tragedia poteva nascere da una bomboletta, da una rissa, da qualsiasi cosa. I gestori, i proprietari, chi ha riaperto la discoteca tanto fatiscente: sono loro i responsabili”.
“In aula oggi ho visto ragazzi tranquilli – conclude il marito della 39enne che ha lasciato 4 figli – come se non si fossero resi conto. Non credo capiranno mai, questi sono giovani criminali”.