Di Paola Olgiati
“Chi nelle strutture sanitarie si sottrae al proprio lavoro”, sul campo in prima linea contro l’emergenza coronavirus, “tradisce la missione alla quale si è votato” scegliendo una professione in corsia e “fa male a un’Italia che oggi dimostra di essere fatta di tanti uomini coraggiosi”. L’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, la guerra alla Covid-19 la combatte instancabile da quasi un mese e commenta così all’AdnKronos Salute la denuncia sugli ‘Schettino in camice bianco’, che all’ospedale Cardarelli di Napoli si sono messi in malattia lasciando i colleghi da soli. Allarme lanciato dal direttore del Dipartimento di Emergenza del nosocomio.
Ma il fenomeno non è solo campano. “Anche noi, in Lombardia – riferisce Gallera – abbiamo avuto segnalazioni non da ospedali, ma da alcune Rsa”, Residenze sanitarie assistenziali, “che registrano un grosso calo di personale” tra le file degli operatori socio sanitari “Oss e infermieristici. Personale che presenta certificati medici, a volte reiterati, senza risultare positivo” al contagio “o in quarantena. Penso che questo – ammonisce il titolare della Sanità lombarda – sia un momento in cui la battaglia la vinciamo soprattutto con un grande senso di responsabilità individuale”: un impegno chiesto “al cittadino, che deve restare a casa”, e “a tutti coloro che svolgono un servizio di pubblica utilità nelle strutture sanitarie: essere in campo per svolgere la professione che hanno scelto è un dovere”. Altrimenti non si può che essere definiti “irresponsabili”, cattivo esempio di “un atteggiamento non coerente con l’impegno che il Paese chiede a tutti in questo difficile momento”.