“L’efficacia di remdesivir nella terapia dei pazienti Covid-19 ha tenuto banco per mesi. Ora lo studio Actt-1, portato avanti dal National Institute of Allergy and Infectious Diseases, il principale centro di infettivologia americano presieduto da Anthony Fauci, ha dimostrato che remdevisir, se utilizzato precocemente è efficace nel prevenire l’aggravamento della malattia da Sars-CoV-2. Il risultato evidenzia come remdesivir sia infatti in grado di accelerare il recupero del 30-40% dei casi, in particolare nei pazienti con infezione moderata che richiedano un supporto di ossigeno a bassi flussi”. Andrea Gori, direttore delle Malattie Infettive dell’ospedale Maggiore Policlinico di Milano, affronta il tema che è stato al centro di discussione anche in relazione ai risultati del recente studio Solidarity, nel quale il vantaggio della somministrazione di remdesivir non appariva evidente.
“Solidarity, questo il nome della ricerca dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e lo studio Actt-1 prodotto dal Niaid sono studi diversi – ribadisce Gori – hanno modalità di conduzione ma, soprattutto, hanno obiettivi e metodologie differenti e di conseguenza rispondono a domande differenti. Solidarity rispetto all’Actt-1 è uno studio in aperto, non randomizzato in doppio cieco come Actt-1. Lo studio Solidarity è stato condotto in 30 Paesi con eterogeneità di comportamenti, diversità organizzative legate ai differenti sistemi sanitari. Inoltre, altra cosa fondamentale che va sottolineata è come lo studio Actt-1, condotto in 10 Paesi, sia stato disegnato per permettere analisi nei diversi sottogruppi di studio, analisi che al momento non sono possibili da ottenere all’interno dello studio Solidariety”.
“È bene ricordarlo – aggiunge Gori – perché le due ricerche rispondono a due domande diverse, a due codici diversi e che per tali motivi non sono quindi comparabili. Sicuramente un risultato comune che è messo in evidenza sia in Solidarity che in Actt-1 è come remdesivir non si sia dimostrato efficace nel trattamento dei pazienti in uno stadio avanzato”.
Il direttore delle Malattie infettive dell’ospedale Maggiore Policlinico di Milano, intervenuto al XIX Congresso nazionale della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), in modalità virtuale causa misure anti-Covid, ha inoltre evidenziato i risultati ottenuti dall’utilizzo di remdesivir nella pratica clinica: “Si tratta di un farmaco chiaramente efficace nella fase iniziale della malattia – spiega Gori – una fase estremamente importante dove l’inizio precoce della terapia è essenziale nel prevenirne le complicanze”.
Durante il congresso, che si è chiuso oggi, si è parlato anche della presa in carico del paziente con Covid-19. “È importante sottolineare – ha concluso Gori – che l’inizio precoce delle terapie per quei pazienti che necessitano di ospedalizzazione rappresenta un momento fondamentale perché si è dimostrato come un intervento tempestivo si associ ad una riduzione della progressione dei sintomi”.