Che cos’è il jamais vu, il fenomeno opposto al déjà vu

Un senso di vuoto e di colpo qualcosa di quotidiano sembra totalmente privo di senso e sconosciuto. Ecco che cos’è il jaimais vu e quello che c’è da sapere a proposito di questo fenomeno.

Un senso di vuoto e di colpo qualcosa di quotidiano sembra totalmente privo di senso e sconosciuto. Ecco che cos’è il jaimais vu e quello che c’è da sapere a proposito di questo fenomeno.

Che cos’è il jamais vu

Da un lato il déjà vu, dall’altro il jamais vu, se del primo tutti hanno bene o male conoscenza, del secondo non si può dire lo stesso. Eppure, entrambi i fenomeni capitano più o meno a tutti e riguardano il quotidiano di ogni persona.

Il déjà vu è quel fenomeno che ci fa sembrare di vivere una scena già vissuta, con annesso senso di straniamento e inquietudine, tanto da far dubitare chi lo vive della realtà stessa. Il secondo, invece, sembra essere quasi il suo opposto.

Il jamais vu è quella sensazione che qualcosa di ben noto sia tutto d’un tratto sconosciuto, come se fosse la prima volta che ci si presenta davanti. In tal proposito è molto importante una ricerca vincitrice del premio IgNobel per la letteratura, pubblicata sul The Conversation e a cui faremo riferimento, che spiega le motivazioni alla base di questo fenomeno.

Perché capitano i déjà vu

Prima di approfondire la ricerca e i suoi risultati sul jamais vu, analizziamo quanto emerso da quella svolta sul ben più noto déjà vu. Nonostante esso sia un fenomeno ampiamente conosciuto, le sue origini restano avvolte nel mistero.

Quello che si sa è che è più comune tra i giovani e che può essere più frequente in alcune persone, specialmente se affette da patologie come l’epilessia o certe forme di emicrania. Tuttavia, la sua causa esatta rimane poco chiara, data la natura imprevedibile di questo fenomeno che rende difficile studiarlo attraverso tecniche come la risonanza magnetica.

Nonostante le incertezze, sono state avanzate diverse ipotesi per spiegarne l’origine. Secondo una teoria si presume che possa derivare dalla registrazione o dal ri-processamento ripetuto di input percettivi nel cervello, generando l’illusione di aver già vissuto una situazione simile in passato.

Un’altra ipotesi si concentra su un possibile malfunzionamento del sistema di memoria, che potrebbe richiamare una sensazione di familiarità tra la situazione attuale e vecchi ricordi. Altre teorie ipotizzano un’alterazione nella percezione degli stimoli, per cui una sensazione presente può evocare erroneamente una memoria precedente associata alla stessa sensazione.

Uno studio condotto da ricercatori interessati anche al fenomeno del jamais vu ha cercato di indagare, non senza difficoltà, il déjà vu in laboratorio. Utilizzando serie di parole collegate logicamente, insieme a una parola del tutto scollegata, hanno cercato di indurre il déjà vu nei partecipanti.

I risultati preliminari suggeriscono che il déjà vu possa essere causato da una temporanea disconnessione del sistema cerebrale deputato al riconoscimento delle esperienze familiari, facendo percepire come familiare un’esperienza in realtà nuova.

Lo studio sul jamais vu

Torniamo ora all’argomento cardine di questo articolo, ovvero il jamais vu e la ricerca che l’ha coinvolto. In questo esperimento, 94 studenti universitari sono stati invitati a scrivere ripetutamente una parola fino a quando non avvertivano sensazioni strane, noia o dolore alle mani.

Dopo aver ripetuto l’esperimento con diverse parole, i ricercatori hanno identificato che il 70% dei partecipanti ha smesso di scrivere a causa di sensazioni come “perdere il controllo della mano” o percepire che le parole “perdono di senso”.

Queste esperienze di perdita di familiarità sono state interpretate come una forma di jamais vu, che si manifestava soprattutto dopo aver scritto le parole molte volte di seguito, soprattutto con termini estremamente familiari.

Secondo i ricercatori, questa sensazione potrebbe essere una strategia del nostro cervello per estraniarsi da situazioni troppo ripetitive e valutare la realtà circostante. Il sistema cognitivo, infatti, è progettato per rimanere flessibile e attento, quindi quando percepisce una ripetitività eccessiva potrebbe attivare meccanismi di sicurezza per verificare che tutto sia in ordine.

Sebbene questa spiegazione non sia esaustiva, collega il jamais vu al déjà vu come risultati di meccanismi di sicurezza cerebrale che si attivano in situazioni percepite come anomale. Questa prospettiva offre un nuovo punto di vista su questi fenomeni misteriosi della mente umana, suggerendo una connessione tra loro.

Questo studio potrebbe aver dato degli indizi molto importanti su un fenomeno poco conosciuto e su cui è difficile indagare. Sicuramente sarà un punto di partenza per continuare a scoprirne di più fino a riconoscerne le cause.

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