“Il dato dei contagi da Covid-19 in Italia si può dire che è stabile. Siamo all’apice di una curva piatta e adesso ci aspettiamo che scendano progressivamente. Se non facciamo errori, dovrebbero scendere. Ma non dipende solo da noi, visti i comportamenti di alcuni Paesi vicini”. Ad analizzare i numeri di oggi per l’Adnkronos Salute è il virologo Massimo Clementi, ordinario di Microbiologia e Virologia all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Irccs ospedale San Raffaele.
Il riferimento dell’esperto è per esempio “all’Austria che ha avuto una condotta un po’ schizofrenica: prima chiudeva tutto perché aveva paura degli altri e adesso apre allo sci e resiste su questo punto perché chiede soldi all’Ue per tenere chiuso. E non parliamo della Svizzera. Questo va bene fino a un certo punto, perché siamo inseriti in un sistema. Poi ovviamente speriamo di non metterci anche noi la nostra parte”.
Per Clementi, comunque, “a guardare l’orientamento del Governo mi sembra che l’Italia sia per affrontare in maniera seria la questione del Natale, e per non farsi prendere la mano da comportamenti affrettati. Un minimo di libertà me l’augurerei, ho una madre 94enne nelle Marche e mi piacerebbe essere con lei per le Feste. Ritengo comunque che ci vorrebbe un’omogeneità di comportamenti in Europa soprattutto sul tema vacanze sulla neve: si può rinviare tutti al 7 gennaio, sarebbe una via di mezzo abbastanza accettabile. Penalizza sicuramente le vacanze natalizie ma lascia uno spazio di ripresa per le strutture turistiche e non genera quella calca che potrebbe essere fattore di diffusione dell’infezione”.
Tornando ai dati odierni sul coronavirus Sars-CoV-2 “vediamo fra i segni positivi il calo delle terapie intensive. Nota dolente sono i numeri di decessi sempre alti, come noto fra gli ultimi indicatori a scendere”, fa notare Clementi.
Su questa alta mortalità italiana sono state fatte diverse analisi, “è uscito un articolo su una rivista scientifica internazionale e anche epidemiologi italiani hanno affrontato questo tema. La si è interpretata con la maggiore età media della popolazione che caratterizza l’Italia insieme al Giappone ed è il vanto del nostro servizio sanitario nazionale di tipo universale ma allo stesso tempo implica un numero di anziani notevole – osserva il virologo – e anche con le Rsa, che sono un ottimo modello di gestione dell’età avanzata in condizioni normali, ma sono ovviamente attaccabili da un virus epidemico”.
C’è un dato aggiuntivo: “L’epidemia ha colpito più i Paesi ricchi e industrializzati che non quelli poveri” e più giovani “come l’Africa. L’India è un caso a parte visto il problema della densità abitativa. Insomma è un’epidemia che non rispetta nessuna regola. E il benessere non si accompagna alla difesa di fronte a questo virus”.
Dopo l’ultima ordinanza annunciata dal ministro della Salute Roberto Speranza, l’Italia sarà meno rossa e più arancione e gialla. “Non è troppo presto per questo passo. La decisione è il risultato dell’ultimo sforzo che abbiamo fatto. Finalmente si vede qualche risultato e lo si è visto anche nell’indice” di contagio “Rt, che è migliorato moltissimo nel tempo e che adesso ci aspettiamo faccia ridurre il numero di decessi e in misura notevole anche le terapie intensive. E’ fondamentale che l’Rt scenda sotto l’1 per avere una fase epidemica sotto controllo” dice Clementi commentando così all’Adnkronos Salute il passaggio di fascia che porterà la Lombardia, la Calabria e il Piemonte da zone rosse ad arancioni e Liguria e Sicilia da arancioni a gialle.
“Non è troppo presto, qui l’economia soffre e ci sono dei settori fortemente colpiti. A me non piace molto l’avanti e indietro, l’aprire e il richiudere. Ad esempio se le scuole devono essere aperte, devono rimanere aperte”, sottolinea.