L’arrivo dei gazebo a forma di primula per le vaccinazioni anti-Covid “mi lascia perplessa. Saranno anche belli esteticamente non lo metto in dubbio, ma fare le vaccinazioni è una cosa seria e serve un ambiente adatto e con tutti i dispositivi medici del caso. Per questo esistono i centri vaccinali attrezzati. I gazebo nelle piazze di solito servono per le raccolte di firme o per iniziative di solidarietà”. Lo evidenzia all’Adnkronos Salute Stefania Salmaso, epidemiologa delle malattie infettive che ha diretto il Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della Salute dell’Istituto superiore di sanità (Iss) fino al 2015, commentando i 1.500 gazebo a forma di fiore scelti come luoghi dove verranno somministrate le dosi nella seconda fase della campagna per i vaccini anti-Covid.
“In Italia ancora non si è esaurita la circolazione del virus, abbiamo un’incidenza di casi alta che riguarda ancora gran parte del Paese. I dati però ci dicono anche che gli anziani, la fascia più colpita dai decessi nelle ultime settimane, si contagiano in famiglia e non fuori: quindi non è detto che stare tutti dentro casa a Natale possa davvero servire”, sottolinea ancora l’esperta. “Nella prima ondata ci sono voluti due mesi di lockdown per far abbassare la curva dei contagi – ricorda Salmaso – pensare che pochi giorni di serrata possono intervenire allo stesso modo è del tutto fuorviante. Sappiamo da sempre che le tre misure migliori sono: il distanziamento tra le persone, l’uso della mascherina e il lavaggio frequente delle mani”.