Covid, tampone di Natale sì o no? 

Le vacanze di Natale si avvicinano e, nonostante le misure in vigore fino al 6 gennaio per fronteggiare l’emergenza Covid-19 e “scongiurare il rischio di una terza ondata” come sottolineato dal premier Conte, c’è chi si chiede se fare un tampone in previsione delle feste. Ha senso ad esempio fare un test prima di tornare dai genitori per Natale?  

“No, io sconsiglierei queste attività. La cosa più importante è il comportamento saggio” Ne è convinto Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza e docente di Igiene all’università Cattolica di Roma. “Poi è chiaro che, se uno ha il sospetto di essere stato a contatto con un positivo” al Covid-19, “è bene che si faccia il tampone. Ma il tampone a scopo cautelativo”, cioè farlo in previsione di un ricongiungimento familiare, “quello è pericoloso”.  

“Ovviamente il tampone è una misura puntuale. Peraltro i test antigenici”, i tamponi rapidi, “sono migliorati, ma hanno diversi falsi positivi e negativi, perciò alla fine possono dare una falsa sicurezza. Nel 30% dei casi è così, la sensibilità e la specificità non sono al 100%”. Quindi, dice Ricciardi, “prima di andare da un anziano” per le feste “bisogna essere certi di non aver fatto errori nei giorni precedenti, almeno 6-7 giorni prima. Bisogna stare attenti, perché se si va a trovarli dopo essere stati in un mezzo pubblico affollato, o al bar senza mascherina”, i rischi sono alti. 

Il rientro per Natale, a bordo di un treno o un aereo, per esempio, “è proprio un meccanismo a rischio. Il consiglio sgradevole è stare fermi nel proprio posto di residenza e magari rinviare la visita ai propri congiunti”. 

Le regole da non dimenticare in vista di queste ricorrenze che inducono alla convivialità sono: “Non abbracciarsi e baciarsi, quando si entra in casa lavarsi mani e togliersi le scarpe, cercare di garantire l’igiene e stare a distanza. Se si è certi di non essere pericolosi, ci si può anche togliere la mascherina” con più serenità restando a distanza di sicurezza. “Se ci sono 4-6 persone di cui si è tranquilli sui pregressi si può stare a tavola con una certa distanza, in un ambiente aerato in cui ogni tanto si apre la finestra per far cambiare l’aria”. Lo stesso vale per le tombolate fra parenti. “In poche persone, con la distanza, si può fare anche questa attività”. 

Il test per la diagnosi di Covid-19 “bisogna considerarlo come un utile strumento di rassicurazione, ma non un liberi tutti, una patente di sicurezza o una ‘patente di baci’. Bisogna tenere conto che dall’infezione alla positività di un test passano dalle 24 alle 72 ore” che rappresentano una ‘finestra di rischio’, quindi in teoria per essere sicuri bisognerebbe fare 72 ore di isolamento e poi il tampone, ha precisato Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università degli Studi di Milano . 

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