Covid test, quali sono e quali fare 

“I test per il Covid 19 non sono tutti uguali: esistono diverse tipologie – virali e immunologici – da eseguire a seconda delle circostanze. Per test virali si intendono i tamponi naso-faringei o oro-faringei che permettono di diagnosticare la presenza o l’assenza del virus e la carica virale. I test immunologici, invece, grazie a un prelievo di sangue, misurano la risposta immunitaria dell’organismo al Sars-cov-2 e verificano la presenza di anticorpi”. Il sito anti-bufale ‘Dottoremaeveroche’, della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), fa chiarezza sull’uso dei test diagnostici.  

“Queste due tipologie di test hanno quindi una differenza fondamentale: i test virali mostrano se l’infezione da nuovo coronavirus è in atto, mentre i test immunologici indicano un’esposizione già avvenuta a Sars-cov-2 e quindi non servono a diagnosticare Covid-19”. Quello che comunemente viene chiamato tampone, si legge sul sito, “è il test molecolare. Con una sensibilità tra il 60% e il 90%, è il più efficace e attendibile per rilevare il virus durante la fase attiva dell’infezione, anche in assenza di sintomi”.  

A differenza dei test molecolari, “i test antigenici rapidi rilevano la presenza del virus non tramite il suo acido nucleico (Rna) ma tramite le sue proteine (antigeni). Il materiale biologico prelevato dalla gola o dal naso con un bastoncino, senza raggiungere le parti più profonde del setto nasale, viene prima miscelato in un reagente e poi posto su una striscia di carta che tramite una reazione biochimica mostrerà con un segnale fluorescente o colorato la presenza o meno degli antigeni di Sars-Cov-2. L’affidabilità, però, non è ancora paragonabile a quella dei test molecolari e la positività in alcuni contesti può richiedere la conferma del test molecolare”. 

I test sierologici, invece, sono degli esami del sangue che servono per capire se una persona, anche senza saperlo, ha già contratto Covid-19 in tempi più o meno recenti. I test rintracciano nel sangue la presenza di immunoglobuline M (IgM) e immunoglobuline G (IgG) specifiche contro il virus Sars-Cov-2. In particolare, la positività del test sierologico alle sole IgM indica che la persona è entrata in contatto con il virus presumibilmente da una a quattro settimane prima. Al contrario la positività alle IgG, che si manifestano più tardi delle IgM e rimangono più a lungo nel sangue, indica che il contagio è avvenuto da almeno quattro o sei settimane. Questo è il motivo per cui i test immunologici non servono a diagnosticare la malattia in atto.  

Recentemente sono stati proposti sul mercato dei test per Covid-19 più semplici e meno invasivi, che utilizzano la saliva come campione da analizzare. Anche per i test salivari esistono sia test di tipo molecolare – che rilevano quindi la presenza nel campione dell’Rna del virus – sia di tipo antigenico – che rilevano nel campione le proteine virali. Ancora, però, sono in fase di valutazione. 

Alla luce delle evidenze al momento disponibili, della situazione epidemiologica e della necessità di garantire test in tempi compatibili con le diverse esigenze di salute pubblica, è fondamentale una scelta appropriata tra i test per Covid-19 disponibili in funzione delle diverse strategie per l’identificazione di infezione da Sars-Cov-2.  

Il test molecolare, il cosiddetto tampone, è indicato per caso sospetto sintomatico con o senza link epidemiologico; persona in quarantena se compare sintomatologia; contatto stretto di caso confermato che vive o frequenta regolarmente soggetti fragili a rischio di complicanze; sintomatico per ricovero programmato; screening degli operatori sanitari o di personale che lavora in contesti ad alto rischio; persona in isolamento per la conferma di guarigione; contatto asintomatico in quarantena per la chiusura a 10 giorni. 

Il tampone antigenico rapido, invece, è indicato per persona con pochi sintomi in assenza di link epidemiologico; contatto stretto di caso confermato che è asintomatico (ad esempio per le scuole e il lavoro), senza conviventi fragili; persona asintomatica proveniente da Paesi a rischio; screening di comunità per motivi di sanità pubblica; persona asintomatica che effettua il test su base volontaria; motivi di lavoro, di viaggio o per richieste non correlate a esigenze cliniche. Infine, il test sierologico è indicato per screening di comunità per motivi di sanità pubblica. 

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