“Una valutazione in campo sanitario della giunta lombarda di Fontana? Potevano fare meglio, ma per prendere decisioni ci vogliono mani libere”. Così Alberto Zangrillo, medico personale di Silvio Berlusconi e primario del reparto Anestesia e rianimazione del San Raffaele di Milano, durante la registrazione de ‘La Confessione’, il programma condotto sul Nove da Peter Gomez, in onda questa sera alle 22.45.
Zangrillo: “Ultima volta in tv, più utile vicino a malati”
“L’unico presidente che ha saputo governare questo fenomeno è stato Zaia perché probabilmente aveva le mani molto libere – ha spiegato Zangrillo – Quello che io noto è che in Italia ci si perde quando c’è la necessità di dover ricondurre tutti a un equilibrio che è più su base politica che su base sostanziale. Devi avere il coraggio di dire come ho fatto io, che infatti non vado in politica: ‘La linea è quella, l’obiettivo è quello, i rischi che corro per arrivare là sono quelli che si frantumi una coalizione politica? Io corro il rischio di frantumare una coalizione politica’. Però voglio essere ricordato per essere quello che ha ottenuto l’obiettivo e ha fatto di tutto per arrivare a perseguirlo”.
Secondo Zangrillo “purtroppo in Italia questo è praticamente impossibile, è l’esercizio più difficile ed è per questo che io mi tengo lontanissimo, anni luce dalla politica e tutte le volte che la politica mi chiama duro pochi mesi e poi tolgo il disturbo”.