(di Andreana d’Aquino)-
Sono le prime immagini del Sole scattate ad una distanza mai così vicina alla nostra stella di fuoco. Immagini straordinarie appena diffuse, e per la prima volta, dall’Agenzia Spaziale Europea e dalla Nasa e scattate dalla missione Solar Orbiter. La nuova missione di osservazione del sole dell’Esa e della Nasa,ha rivelato bagliori solari in miniatura onnipresenti, soprannominati “falò”, vicino alla superficie della nostra stella più vicina. Secondo gli scienziati la missione consente di vedere fenomeni che non erano osservabili in dettaglio prima e di comprendere l’enorme potenziale di Solar Orbiter, che ha appena terminato la sua fase iniziale di verifica tecnica,nota come commissioning.
E l’Italia è in pole anche in questa avventura spaziale. A bordo della sonda c’è infatti il coronografo italiano Metis in prima linea nell’osservazione dei ‘falò’ solari. “Il Sole e i Falò, ricordando quelli lunari di Cesare Pavese, perché anche la nostra stella ci mostra sbuffi di plasma che si estendono a grandissima distanza dalla sua superficie che sono stati visti dagli strumenti a bordo della sonda Esa Solar Orbiter da una distanza ravvicinata mai raggiunta prima” ha affermato l’Agenzia Spaziale Italiana. “Le prime immagini sono uniche – nessuna altra immagine del Sole è stata presa da una distanza così ravvicinata – e stanno già superando le aspettative degli scienziati” ha scandito l’Agenzia Spaziale Europea nella diretta streaming in cui ha mostrato le foto dei “falò” del Sole: arte allo stato puro prodotta dalla natura.
“Queste sono solo le prime immagini e possiamo già vedere nuovi interessanti fenomeni” ha affermato Daniel Müller, scienziato del progetto Solar Orbiter dell’Esa. “Non ci aspettavamo davvero -ha detto- ottimi risultati sin dall’inizio. Possiamo anche vedere come i nostri dieci strumenti scientifici si completano a vicenda, fornendo un quadro olistico del Sole e dell’ambiente circostante”.
Solar Orbiter, lanciata il 10 febbraio scorso, trasporta sei strumenti di telerilevamento, o telescopi, che raffigurano il Sole e i suoi dintorni e quattro strumenti in situ che monitorano l’ambiente attorno al veicolo spaziale. Confrontando i dati di entrambe le serie di strumenti, gli scienziati otterranno intuizioni sulla generazione del vento solare, il flusso di particelle cariche dal Sole che influenza l’intero Sistema Solare. L’aspetto unico della missione Solar Orbiter è che nessun altro veicolo spaziale è stato in grado di catturare immagini della superficie del Sole da una distanza più ravvicinata.