Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera a un piano contro le liste d’attesa, suscitando polemiche e dibattiti.
Sono stati approvati sia un decreto legge che un disegno di legge, con il ministro della Salute Schillaci che lo definisce il risultato di un ampio lavoro di consultazione con Regioni, ordini professionali e associazioni dei cittadini.
Tuttavia, le Regioni stesse lamentano l’assenza di un reale dialogo e criticano il provvedimento, definendo il decreto “astratto e privo di coperture”.
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Decreto liste d’attesa, reazioni contrastanti
La premier Giorgia Meloni interviene a sostegno dei provvedimenti, considerandoli significativi, e sottolineando la necessità di una maggiore responsabilizzazione dei cittadini.
Critiche invece arrivano dal Partito Democratico (Pd), che denuncia la mancanza di risorse sufficienti per abbattere le liste di attesa e definisce il decreto legge a pochi giorni dalle elezioni come mera propaganda elettorale.
Cosa prevede il piano liste d’attesa
Il piano si articola in due testi legislativi distinti.
Il decreto legge introduce una piattaforma nazionale per il monitoraggio delle liste d’attesa e un Cup unico regionale, garantendo prestazioni in intramoenia o nel privato accreditato in caso di ritardi nelle visite.
Viene vietata la sospensione delle agende e si attiva un sistema di ‘recall’ per evitare prenotazioni non effettuate.
Si prevede inoltre un aumento della spesa per il personale sanitario e un piano d’azione per rafforzare i servizi nelle regioni del sud.
Disegno di Legge liste d’attesa: le misure aggiuntive
Il disegno di legge propone un aumento delle tariffe orarie per il personale impiegato contro le liste d’attesa, la possibilità di incarichi libero professionali per gli specializzandi e misure per contrastare i gettonisti.
Si aumentano i limiti di spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie private e si istituiscono obiettivi annuali per la riduzione delle liste d’attesa, con relative sanzioni e premi in base ai risultati raggiunti.
Con questo approccio, il governo mira a migliorare l’efficienza del sistema sanitario e ad affrontare il problema delle liste d’attesa, ma resta al centro di dibattiti e critiche da parte di diverse parti interessate.
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