Farmaci equivalenti: una nuova campagna per sostenerne la crescita

Teva Italia torna in farmacia con un’iniziativa di informazione e sensibilizzazione sull’importanza dei farmaci equivalenti

Nel nostro Paese la cultura sugli equivalenti è ancora scarsa: eppure il tema è quanto mai importante dal momento che il loro sotto-utilizzo aumenta la spesa a carico dei cittadini, riduce la compliance e peggiora gli esiti di salute nei pazienti cronici. Negli anni l’informazione non è mancata ma, alla luce del fatto che alla base di quest’anomalia tutta italiana c’è una combinazione di pregiudizi difficili da superare, la corretta informazione è l’unico strumento efficace per indurre un cambio di rotta.

A tal fine, Teva Italia quest’anno torna a parlare di farmaci equivalenti con una campagna di comunicazione veicolata anche in farmacia, con l’obiettivo di parlare al pubblico di farmaci equivalenti in modo differenziante, così da scalfire i preconcetti che le persone hanno ancora nei confronti di questa tematica. La volontà è sempre quella di fornire un’informazione autorevole e certificata che dia rassicurazioni sulla qualità e sulla provenienza del prodotto, conferme sulla serietà delle aziende produttrici e, soprattutto, spiegazioni dettagliate, utilizzando però un linguaggio semplice e diretto, di facile comprensione per tutti. Il claim di riferimento per la campagna, “Farmaci equivalenti Teva. Fatti bene, fatti pensando a te”, vuole proprio trasmettere sicurezza e vicinanza alle persone. Il messaggio principale vuole rassicurare sul fatto che Teva Italia si impegna per aiutare le persone a sentirsi meglio ogni giorno e lo dimostra producendo farmaci di alta qualità. Al centro dell’attenzione dell’azienda, dunque, c’è la salute e il benessere delle persone che ogni giorno assumono i suoi farmaci.

Tra i materiali pensati per la campagna, un opuscolo informativo destinato al pubblico e distribuito in oltre 4.800 farmacie in tutta Italia. Sfogliandolo, i cittadini potranno avere risposta alle 12 più frequenti domande che spesso vengono poste in merito ai farmaci equivalenti. Per maggiori informazioni sulla campagna e sull’opuscolo, consultare la pagina FAQ di Teva Italia.

Teva da sempre è impegnata nella realizzazione di progetti concreti che mettono al centro il paziente e questa iniziativa conferma il nostro essere a fianco della Farmacia a favore del paziente“, spiega Salvatore Butti, Business Unit Generics, OTC & Portfolio Senior Director di Teva Italia. “Una delle principali ragioni per cui le persone limitano le cure è il fattore economico e il farmaco equivalente ha un ruolo fondamentale. Un esempio: se non fossero stati introdotti vent’anni fa, oggi sarebbero necessari, su base annua, 4 miliardi di euro in più per poter dare lo stesso accesso alla salute che oggi il nostro Sistema Sanitario garantisce a tutti. Allo stesso tempo, il farmaco equivalente contribuisce a liberare risorse per introdurre farmaci innovativi. Siamo ancora lontani dalle performance di molti Paesi europei, ma il trend è in continua crescita e con questa campagna vogliamo contribuire alla crescita della cultura del farmaco equivalente”.

Una cultura ancora frammentaria, come rivelano i dati più recenti. I farmaci equivalenti crescono, ma lo fanno lentamente anche se in modo costante. Nei primi nove mesi del 2018 hanno rappresentato il 22,1% del totale del mercato farmaceutico a volumi nel canale farmacia e il 13,5% a valori. Una performance positiva rispetto ai primi nove mesi del 2017 (tutte le classi), del 2,8% a unità e del 9,7% a valori, a fronte di un rallentamento del mercato farmaceutico complessivo (-0,5% a unità, -1,4% a valori), determinato dall’arretramento dei brand a brevetto scaduto (-1,4% a unità e -3,2% a valori). Prendendo in esame le aree geografiche, il consumo degli equivalenti di classe A si concentra soprattutto al Nord (36,7% a unità; 27,5% a valori), mentre restano distanziati il Centro (27,1%; 20,7%) e il Sud Italia (21,8%; 16,5%).

E cosa avviene negli altri Paesi europei? I farmaci generici nella Ue hanno rappresentato nel 2016 il 54% a volumi e il 21% a valori: grazie alla loro introduzione ed al loro incremento si generano risparmi per i vari sistemi sanitari europei complessivamente per circa 35 miliardi annui. Al primo posto, per consumo, troviamo la Germania con oltre il 70%, a seguire Regno Unito, Paesi Bassi e Danimarca con il 60%. L’Italia quindi è penultima con poco più del 20%.

Un quadro che fa comprendere quanta strada ci sia ancora da fare in Italia e quanto le campagne informative rivolte al pubblico, come quella appena lancia da Teva, siano ancora necessarie per aumentare la consapevolezza tra i cittadini su questa tematica.

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