Si parlerà di diabete il 13 novembre all’Ospedale San Giuseppe di Milano e il 14 novembre in un convegno all’IRCCS MultiMedica
In Italia si contano circa 5 milioni di persone con diabete di tipo 2, 400.000 solo in Lombardia, che sempre più spesso fanno i conti anche con grasso e conseguente eccesso ponderale: il 40% dei diabetici T2 è infatti obeso e un altro 40% in sovrappeso. L’obesità interessa nel complesso il 10% della popolazione italiana, con un rapporto donne – uomini di 5 a 1. In occasione del World Diabetes Day del 14 novembre, proprio con l’obiettivo di far luce su diabete e obesità, importanti patologie sempre più spesso “conviventi”, il Gruppo MultiMedica organizza due eventi: un incontro aperto al pubblico, il 13 novembre alle ore 18.00, nell’ambito dei Mercoledì della Salute dell’Ospedale San Giuseppe di Milano, per rispondere alle domande dei cittadini su come combattere diabete e obesità a tavola, e il convegno “Obesità: malattia dell’organo adiposo”, in programma giovedì 14 novembre, all’IRCCS di Sesto San Giovanni, durante il quale gli esperti approfondiranno caratteristiche e anomalie del tessuto adiposo nei pazienti obesi.
“Obesità e diabete non sono solo malattie di per sé ma anche importanti fattori di rischio per lo sviluppo di patologie cardiovascolari e cerebrovascolari, che a loro volta rappresentano la principale causa di morte nel mondo occidentale”, sottolinea Cesare Berra, tra i relatori del convegno del 14 novembre e Direttore del Dipartimento Interaziendale di Diabetologia e malattie metaboliche del Gruppo MultiMedica, dove ogni anno vengono seguiti circa 10.000 pazienti. “Oltre al ‘lifestyle change’, che include dieta, attività fisica e terapia educazionale, i farmaci sono fondamentali. Le più recenti categorie di molecole antidiabetiche, glifozine e incretine, si sono dimostrate efficaci non solo sul controllo della glicemia ma anche e soprattutto nel ridurre le complicanze cardiovascolari e renali del diabete. Questi farmaci, coadiuvati da un’opportuna dieta, possono essere ancora più utili quando la patologia diabetica si accompagna all’obesità, perché agiscono anche sul peso”.
Sul fronte obesità, i ricercatori MultiMedica stanno esplorando un’inedita prospettiva di studio, approfondendo cosa avviene nel grasso dei pazienti. “L’obesità è una malattia cronica la cui rilevanza e diffusione sociale sta aumentando in modo preoccupante anche nel nostro Paese, soprattutto negli adolescenti e nei giovani adulti” afferma Giuseppe Pelosi, Direttore del Servizio Interaziendale di Anatomia Patologica del Gruppo MultiMedica, Professore Ordinario di Anatomia Patologica presso l’Università degli Studi di Milano e responsabile scientifico del convegno. “Conoscerne le cause e investigarne le modalità di sviluppo a livello dell’organo adiposo rappresentano obiettivi con importanti ricadute nella gestione dei pazienti. Un contributo innovativo per la comprensione dell’obesità può essere fornito dall’anatomia patologica, per la sua capacità, davvero unica, di scendere nel dettaglio cellulare e molecolare, anche utilizzando tecniche basate sull’analisi delle immagini istologiche. Il progetto ‘Fat changes in bariatric patients undergoing surgery – Modificazioni del tessuto adiposo in pazienti sottoposti a chirurgia bariatrica’ (FANTASY), è stato avviato dalla nostra Anatomia Patologica proprio per studiare i cambiamenti dell’organo adiposo nel paziente obeso”.
Per quanto concerne il trattamento dell’obesità, la chirurgia bariatrica, che ha reso possibili notevoli perdite di peso, riveste oggi un ruolo di primo piano. Al fine di un effettivo miglioramento della qualità di vita dei pazienti, anche la chirurgia plastica post bariatrica sta assumendo sempre più importanza, come spiega Francesco Klinger, Responsabile dell’U.O. di Chirurgia Plastica del Gruppo MultiMedica, tra i relatori del convegno del 14 novembre: “Soggetti che, a seguito di interventi chirurgici, subiscono significativi cali ponderali ottengono il risultato di dimezzare il loro ‘contenuto’, ma spesso restano imprigionati in un ‘contenitore’ enormemente sproporzionato. I tessuti cutanei risultano infatti ‘sfiancati’ dall’eccesso di peso e dal rapido dimagrimento, con enormi disagi sia dal punto di vista psicologico, nella vita di relazione, sia dal punto di vista funzionale, nell’espletamento delle normali attività quotidiane (vestirsi, lavarsi, sedersi, guidare). È come essere costantemente costretti a indossare un vestito di una decina di taglie superiori alla propria. Il chirurgo plastico può risolvere queste problematiche, con interventi chirurgici di rimodellamento corporeo protocollati e codificati. Va precisato che si tratta di operazioni complesse, eseguite su pazienti delicati, per le quali è consigliabile rivolgersi a centri con un elevato livello di expertise, e che vengono rimborsate dal Servizio Sanitario Nazionale solo a fronte di valutazioni oggettive della disfunzionalità di cui soffre il paziente. Diverso è il caso delle situazioni meno ‘compromesse’, in cui tali metodiche diventano del tutto sovrapponibili a interventi di chirurgia estetica”.
Prima di arrivare ai farmaci e alla chirurgia, una corretta alimentazione può fare molto per prevenire l’insorgenza di patologie quali diabete e obesità e, una volta diagnosticate, per contribuire a fronteggiarle. La dottoressa Angela Valentino, biologa nutrizionista del Gruppo MultiMedica sarà a disposizione dei cittadini, mercoledì 13 novembre, alle ore 18.00, presso l’Aula CAN dell’Ospedale San Giuseppe di Via San Vittore 12 a Milano, per ricordare le strategie da seguire a tavola, efficaci contro glicemia e chili di troppo. “Ancora oggi, purtroppo, si commettono molti errori: il consumo eccessivo di cibi pronti e processati, di affettati e formaggi grassi, di frutta zuccherina (uva, banane, fichi), di soft drink; al contrario, godono di scarsa considerazione pesce, verdura, legumi e cereali integrali; è anche sbagliato abbinare più fonti di carboidrati nello stesso pasto. La letteratura ha dimostrato come seguire la dieta mediterranea aiuti a ridurre la glicemia e la circonferenza addominale e come un’alimentazione varia ed equilibrata (non regimi eccessivamente restrittivi e pubblicizzati come ‘miracolosi’) consenta di mantenere nel tempo i risultati ottenuti”.