Il guru di atletica è un homeless, la favola di Twitter 

Raccontando storie di atletica sui social è diventato una piccola celebrità, tanto da contare oltre 26mila follower su Twitter. Il suo account, però, è fermo dal 15 marzo. Il motivo? A causa del lockdown non può ricaricare il computer portatile, l'unica...

Raccontando storie di atletica sui social è diventato una piccola celebrità, tanto da contare oltre 26mila follower su Twitter. Il suo account, però, è fermo dal 15 marzo. Il motivo? A causa del lockdown non può ricaricare il computer portatile, l’unica cosa che ha portato con sé della sua vita precedente.  

Oggi, infatti, è un senzatetto. E vive in un parco a Madrid. La storia di Joaquin Carmona è raccontata da un giornalista-blogger del quotidiano catalano Sport, che lo è andato a scovare per risolvere il piccolo giallo del suo silenzio durante il lockdown. Nella sua casa a cielo aperto ci sono solo un cartone, un materasso, uno zaino, tre libri presi in prestito dalla biblioteca. E naturalmente il laptop acquistato molti anni fa. I tre mesi di silenzio hanno tenuto sulle spine i molti ammiratori di Carmona, preoccupati per la sua salute durante la pandemia. “Ho pubblicato l’ultimo tweet alla stazione di Atocha nel giorno in cui è iniziato lo stato d’emergenza e la polizia mi ha ordinato di andarmene prima di chiudere tutto. Da allora, non so dove accendere il computer e ricaricare la batteria”, racconta il 46enne Carmona, arrivato a Madrid quando di anni ne aveva 19 e con alle spalle una difficile storia familiare.  

Il padre alcolizzato e la mamma malata lo hanno lasciato presto, così lui ha abbandonato gli studi e, trasferitosi a Madrid, si è guadagnato da vivere con una serie di lavori occasionali. Una volta chiuso il suo chiosco di gelati, la sua ultima attività, è iniziata per lui una parabola discendente che lo ha portato a vivere in strada. Ma chi lo ha intervistato racconta di essersi trovato di fronte una persona lucida e con una buona cultura, appassionato di cinema ma soprattutto di atletica. “Voglio tornare su twitter ma non posso”, spiega.  

“Per me -aggiunge- Twitter è come una terapia e mi permette di scrivere di una delle mie grandi passioni, come è diventata l’atletica leggera da quando ho visto Kratochvilova vincere gli 800 ai Mondiali di Helsinki ’83 mentre ero in vacanza. E il fatto di sapere che intrattengo le persone su twitter mi fa pensare che almeno sto facendo qualcosa di giusto”. Chi lo ha intervistato ha anche lanciato una raccolta di fondi per consentire a Carmona di continuare a raccontare storie di atletica sui social. E magari, aiutarlo a trovare un lavoro.  

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