Un’epidemia d’informazioni che colpisce gli utenti. Si può riassumere così l’infodemia, un termine coniato nel 2020, nel corso della pandemia, e che spesso contiene in sé un gran numero di fake news. Ecco che cosa dice l’OMS a riguardo.
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Infodemia e fake news, un problema reale
Nell’era digitale circolano milioni e milioni d’informazioni e gli utenti, talvolta passivamente, ne sono costantemente colpiti. In questo contesto non può che nascere confusione tra ciò che è affidabile e ciò che invece, al contrario, non lo è.
L’infodemia genera inevitabilmente fake news e distinguerle nel marasma di input che si ricevono non è sempre cosa semplice. Questo preoccupa e non poco gli esperti, soprattutto quando si tratta di argomenti delicati come la salute.
Secondo il World Economic Forum, le fake news rappresentano il rischio più urgente e pericoloso a breve termine, poiché esse si espandono rapidamente e vanno a colpire milioni di persone. In tutto ciò c’è anche la complicità dell’intelligenza artificiale, che semplifica ancor di più la loro proliferazione.
Un pericolo reale che non va sottovalutato e la recente pandemia lo ha dimostrato chiaramente. Secondo uno studio, durante l’emergenza epidemiologica circa 17mila persone hanno perso la vita a causa dell’assunzione di un farmaco usato per trattare la malaria, promosso falsamente per curare il Covid-19.
Nessuna evidenza scientifica ma la promozione sul web, nessun consulto medico ma un rimedio considerato semplice e veloce. Con la sanità non si scherza e si deve sempre valutare l’affidabilità delle fonti, è però anche necessario procedere con i mezzi tradizionali e dunque sottoporsi alle dovute visite mediche.
I 5 step redatti dall’OMS
Cristiana Salvi, consulente regionale dell’Oms Europa per la comunicazione del rischio, il coinvolgimento della comunità e la gestione dell’infodemia, ha dichiarato che “gestire l’infodemia significa assicurarsi che tutti possano trovare ed utilizzare informazioni accurate, tempestive ed affidabili per proteggere la propria salute e quella di coloro che li circondano”.
L’OMS ha dunque pensato a un toolkit appropriato per gestire questa enorme mole d’informazioni e per distinguere quelle vere da quelle false soprattutto in un contesto come quello delle emergenze sanitarie.
Ecco i 5 step:
- Rilevamento del segnale: comprendere le domande e le lacune della popolazione utilizzando metodi online e offline e comprendere le narrazioni sanitarie;
- Verifica del segnale: effettuare un Fact-Checking, dunque controllare i fatti delle informazioni e valutare la credibilità delle fonti per poi compararle con le altre;
- Valutazione del rischio: analizzare il danno potenziale apportato dalle fake news valutando la credibilità della fonte e l’impatto sulla salute pubblica;
- Progettazione della risposta: promuovere un piano di comunicazione utile a contrastare le false informazioni;
- Sensibilizzazione: comunicare efficacemente con la popolazione, trasmettendo messaggi chiave e convincendola ad assumere comportamenti sanitari sicuri.
La sanità pubblica non deve affrontare solamente le già enormi sfide portate dai virus e altro, ma anche la disinformazione. Per questo la priorità della parte politica dev’essere quella di combattere le fake news per contribuire a contenere l’infodemia e rendere il popolo più sicuro.
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