“Ritengo sia una conseguenza inevitabile di ciò che è venuto fuori dalle indagini, che hanno offerto un quadro desolante che ha inferto una profonda ferita all’immagine della magistratura agli occhi dei cittadini. Certo, il rischio è che Palamara venga utilizzato come capro espiatorio, ma ci auguriamo che così non sia”. Lo dice all’Adnkronos l’ex pm Antonio Ingroia commentando la rimozione dall’ordine giudiziario di Luca Palamara decisa dalla Sezione disciplinare del Csm.
“Un provvedimento così drastico – aggiunge – è proporzionato rispetto ai fatti gravissimi emersi, ma sarebbe bene che la magistratura non si autoassolva attraverso la condanna di Palamara”. Quanto all’ipotesi che non siano state rispettate le regole del processo disciplinare, Ingroia spiega: “Non mi pare, è vero che è stata drasticamente tagliata la lista dei testimoni proposta di Palamara, ma lui aveva proposto una lista di più di cento persone, e non si poteva certo sentire tutta la magistratura per tentare di ribaltare il processo disciplinare. Palamara ha provato la sua linea difensiva, che è stata quella di voler mettere sotto processo tutta la magistratura, ma io dico, invece, che bisogna aprire anche procedimenti nei confronti di altri”.