L’impiego di nuove tecnologie d’intelligenza artificiale in sanità al fine di migliorare la raccolta dei dati e le relazioni tra professionisti.
La progressiva digitalizzazione del settore farmaceutico ha implicato necessariamente un cambio nei processi dall’industria. In particolare la pandemia non ha solamente accelerato l’adozione al digitale, bensì ha favorito l’impiego dell’intelligenza artificiale in ambito sanitario.
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La digitalizzazione del settore farmaceutico
L’emergenza sanitaria Covid-19 ha apportato a un progressivo passaggio al digitale per le aziende, spingendole verso un’innovazione strategica. Ad oggi, l’industria farmaceutica risulta essere ampiamente interconnessa e dipendente a questo mondo. Infatti, si pensi a come la digital transformation del settore farmaceutico si delinei attraverso un cambio che coinvolge ogni livello della catena produttiva. Non solamente a livello di e-commerce, ma anche di logistica, di ricerca, di relazione con il paziente, fino ad arrivare ai clienti.
Coma la digitalizzazione dell’industria farmaceutica ha cambiato i rapporti
Il passaggio al digitale ha certamente mutato il rapporto tanto tra medico e rappresentati, che tra medico e paziente, o ancora tra farmacia e cliente. Quello che ha implicato il progressivo percorso verso il digitale, è stata la creazione di rapporti personalizzati in un’ottica di massimizzazione della comunicazione. Si pensi all’utilizzo di webinar, VR (Virtual Reality), AR (Augmented Reality), tecniche oleografiche e 3D.
Medical IoT e Intelligenza Artificiale in sanità.
La AI utilizzata fino a qualche anno fa, veniva impiegata prevalentemente in ambito medico e per scopi finalizzati alla ricerca scientifica. Ad oggi, grazie all’applicazione della tecnologia IoT in campo medico, si giunge alla creazione di IoMT, Internet of Medical Things. In altri termini la tecnologia che permette di far comunicare dispositivi diversi come tablet, frigoriferi ecc. utilizzando Internet.
Il potenziale dell’AI in sanità
Il potenziale dell’intelligenza artificiale in sanità, non ha a che fare solamente con l’individuo, ma anche in senso più ampio nei confronti di organizzazioni sanitarie. Parliamo quindi di sanità intelligente, la quale oltre ad offrire opportunità, si basa su big data e sullo sviluppo del settore scientifico-tecnologico. Ad esempio, si pensi allo smaltimento delle pratiche burocratiche grazie all’utilizzo delle ricette elettroniche. Ma non solo. Infatti, grazie alla raccolta dei dati di informazioni mediche dei pazienti, l’AI è in grado di sviluppare modelli capaci di diagnosticare malattie in modo automatico. O ancora, sfruttando l’utilizzo delle tecnologie, è possibile parlare di telemedicina, che consente di effettuare visite a distanza e monitorare i pazienti.
In conclusione, l’IomT consente di disporre di una serie di dati integrati che permettono di:
- ampliare il raggio d’azione della ricerca;
- rendere più efficiente e facilmente consultabile il servizio sanitario;
- monitorare costantemente lo stato di salute, riducendo i costi;
- usufruire di un sistema di assistenza digitale che si attiva quando i parametri raggiungono un determinato livello;
Verso un “new normal” per la sanità
Tale evidente interazione tra uomo e digital verrà definito come il “new normal” in ambito d’informazione scientifica. E’ anche per questo motivo che, in un’ottica innovativa, molti stakeholders preferiscono un approccio digitale. Infatti, se da un lato l’87% dei professionisti, dichiara di voler ricorrere ad un mix di visite virtuali e visite in presenza. Dall’altro gli esperti stimano che il 50-75% dei quesiti sanitario possono essere facilmente risolti tramite strumenti che utilizzano intelligenza artificiale. Grazie a questo passo avanti, i rappresentanti avranno maggio tempo da dedicare agli operatori sanitari