I Vescovi italiani, martedì prossimo, si riuniranno in Consiglio episcopale permanente in via straordinaria e in quella sede rifletteranno sulle attività pastorali del periodo natalizio quindi anche sulla messa della notte di Natale. Proprio ieri il ministro per gli Affari regionali Boccia, parlando nell’ottica di anticipare la tradizionale messa di mezzanotte per rispettare il coprifuoco delle 22, ha detto che “Gesù bambino può anche nascere due ore prima”. Ebbene, sentendo alcuni parroci del Paese ci si rende conto di come la questione della messa di Natale, così tanto oggetto di discussione sugli orari per rispettare il coprifuoco imposto dall’emergenza sanitaria, sia in realtà un falso problema.
“La gente – premette all’Adnkronos don Giuseppe Corbari, il parroco di Robbiano di Giussano in Brianza che durante il lockdown celebrò con le sagome dei fedeli per sentirsi meno solo – non fa ancora domande. Il clima decisamente non è natalizio. La politica e la Cei arriveranno a delle decisioni ma sul territorio la gente non è ancora al Natale con la testa. C’è la preoccupazione dell’oggi” con l’emergenza coronavirus che non si placa.
Il sacerdote brianzolo ragiona sugli orari delle celebrazioni natalizie per fare capire che in fondo il problema non esiste.:”La festa del Natale liturgicamente inizia con la messa prefestiva, con i primi Vespri del Natale, la messa delle 18.30: di per se’, liturgicamente, la messa prefestiva del 24 è già messa di Natale. E’ chiaro che dal punto di vista della tradizione la ‘messa di mezzanotte’ ha sempre avuto il suo fascino ma già da un po’ di anni sia il Papa che tante chiese, per favorire la partecipazione dei fedeli hanno anticipato la celebrazione: chi alle 22, chi alle 21.30″.
Don Corbari dice: “Francamente io non vedo difficoltà, qualsiasi orario decideranno i Vescovi per noi va bene e lo rispettiamo”. Don Corbari fa anche un ragionamento per paradosso: “Un conto è il coprifuoco alle 22 -ma questa è una questione politica – ma se io raduno la gente alle 22 o alle 24, paradossalmente alle 22 potrei avere più gente che alle 24. Dal punto di vista del virus, quindi, sarebbe persino meglio alle 24”.
Discorsi squisitamente teorici fa capire il parroco brianzolo dal momento che “Gesù bambino è già nato duemila anni fa, non è che lo si deve fare nascere ora. Stiamo parlando di una celebrazione. Non credo sia un problema ,magari qualcuno ideologicamente potrà porlo ma è pura ideologia, dal punto di vista liturgico non è davvero un problema l’ora. Tra noi preti ci si è detto: aspettiamo le decisioni nazionali, qualunque andrà bene”.
Don Lino Viola, parroco di Gallignano nel cremonese, che vide entrare in chiesa i carabinieri che volevano impedirgli di celebrare messa per la presenza di qualche fedele in più di quelli consentiti dall’emergenza sanitaria e fu multato, fa i conti con l’anagrafe: “Sono un prete di 80 anni quindi resisto poco in piedi e non faccio mai tardi. Non mi cambia nulla anticipare la celebrazione, non vedo problemi”.