Conto alla rovescia per il nuovo Dpcm che verrà varato entro il 3 dicembre. Diversi i nodi da sciogliere tra cui quello dell’apertura dei ristoranti per le festività, come viene chiesto da più parti, in primis dagli operatori del settore.
“E’ necessario consentire, durante le festività natalizie, la riapertura di negozi e ristoranti. Il Governo non può fermare, ulteriormente, questo tipo di attività che hanno già subito grosse perdite di fatturato durante l’anno a causa della pandemia” sottolinea il presidente nazionale della Fapi, Federazione autonoma piccole imprese, Gino Sciotto. “Siamo convinti – spiega il leader della Fapi in una nota – che facendo tutti ricorso a responsabilità e buon senso, rispettando i dovuti protocolli anticovid, è possibile una ripresa di tutte le attività di somministrazione di cibi e bevande, ma anche dell’abbigliamento, e del commercio fermato dalle misure di lockdown”.
Il presidente dell’Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, spiega che con il ritorno alle zone gialle, se il Dpcm non cambierà, “i bar e i ristoranti potranno riaprire fino alle 18”. Questa apertura “andrebbe estesa anche al giorno di Natale e Capodanno”. “Altrimenti – ha detto a ‘L’aria che tira’ su La7 – diamo messaggi che non vengono percepiti e capiti. Se aprono vengono aperti con eventuali restrizioni che già oggi in parte ci sono”.
Il limite delle 18 però non soddisfa gli esercenti. “Apprendiamo, in vista del nuovo Dpcm, che il Governo sarebbe pronto a concedere per Natale e Santo Stefano l’apertura dei ristoranti a pranzo, confermando comunque la chiusura alle ore 18 per tutto il mese di dicembre. Come Fiepet-Confesercenti diciamo ‘no’ alle ‘mancette di Governo’, una scelta che non limiterebbe affatto il danno economico che stanno subendo le aziende dell’agroalimentare di Roma e del Lazio – commenta Pica – Ci appelliamo al buon senso e alla responsabilità del governatore Zingaretti e dell’assessore al Commercio Orneli, affinché intervengano per riaprire i ristoranti fino alle ore 22, altrimenti per il sistema ristorazione e l’indotto della filiera – compresi i comparti di produzione e distribuzione – i danni saranno irreparabili”.
Intanto la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, scrive su Facebook che “lo scorso 17 ottobre gli scienziati del Cts mettevano nero su bianco che i protocolli di sicurezza imposti ai ristoranti erano efficaci, quindi non c’era alcun bisogno di chiuderli. È stato il Governo a scegliere di inasprire le misure, dando un’altra pesantissima mazzata ad un settore fondamentale dell’economia italiana. Conte e i suoi sodali dimostrano ancora una volta di voler scaricare la propria incapacità di gestione dell’epidemia sulle imprese e sulle partite iva, compromettendo l’intera economia italiana. Come abbiamo detto fin dall’inizio, se i protocolli di sicurezza imposti a tutte le categorie sono efficaci le attività devono riaprire tutte subito, se non lo sono Conte deve chiedere scusa e risarcire le imprese che hanno investito i loro soldi per adeguarsi alle norme anti Covid”.