L’obesità infantile in Italia rimane un problema spesso sottovalutato, e la classifica europea parla chiaro. Il Bel Paese è ormai in pianta stabile tra le prime posizioni, e questo nonostante le informazioni sulla patologia siano spesso argomento di dibattito.
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Obesità infantile, la posizione dell’Italia in classifica
Nonostante i rischi ormai siano universalmente condivisi, e l’obesità infantile sia riconosciuta come una patologia a tutti gli effetti, nel mondo sono milioni i bambini che ne sono affetti.
L’Italia, in questo senso, non si trova di certo in una buona posizione di classifica. Osservando i Paesi europei, occupa il primo posto nei bambini dai 5 ai nove anni, con una preoccupante percentuale pari al 42%.
Salendo con l’età la situazione migliora sensibilmente, nella fascia d’età che va dai 10 ai 19 anni la
percentuale cala raggiungendo il 34,2%, collocando l’Italia al quarto posto.
Certamente questi numeri fanno riflettere, una mancata o insufficiente sensibilizzazione sulla tematica sta creando grandi fattori di rischio. Come se non bastasse, spesso si tende a sottovalutare questa patologia sminuendone i pericoli.
Appare chiaro che a questo punto si debba porre maggiore attenzione sull’obesità infantile, in modo da invertire il trend il prima possibile.
Le conseguenze psicologiche
Prima di parlare dei rischi fisiologici collegati alla patologia, è importante capire che tipo d’impatto ha anche a livello psicologico.
Piernicola Garofalo, medico endocrinologo a capo della Commissione endocrinologia pediatrica Ame (Associazione medici endocrinologi), ha commentato così la situazione:
“Pregiudizi e una narrativa fondata sullo stigma del peso guidano ancora troppo spesso l’approccio all’obesità ed al sovrappeso, specie in età evolutiva. Ciò paradossalmente contribuisce a far crescere i casi di obesità, alimentando un disagio personale e relazionale specie fra i bambini e gli adolescenti che si sentono grassi, inappropriati, sviluppano una dimensione di emarginazione e vivono con disagio le interazioni socialia scuola, nell’attività sportiva, arrivando perfino a sviluppare disturbi del comportamento alimentare”.
Conseguenze gravi che migrano per un attimo l’attenzione da quelle che subisce il corpo a quelle mentali.
I fattori di rischio
Per quanto riguarda l’obesità infantile, dunque, l’Italia si trova in una pessima posizione di classifica. Quali sono i fattori di rischio che la provocano?
Prima di tutto iniziamo con lo stile di vita sedentario, l’assenza di esercizio fisico regolare può contribuire all’obesità. Proseguiamo poi con l’alimentazione poco salutare: un’alta assunzione di calorie, grassi saturi e zuccheri non giova assolutamente a prevenire tale patologia. A questa poi si aggiunge il consumo di bevande zuccherate come bibite e succhi di frutta con zuccheri aggiunti.
Inoltre, mangiare porzioni eccessive può aumentare l’assunzione di calorie. Potremmo riassumere tutto questo dicendo che le cattive abitudini alimentari possono portare all’obesità.
È importante notare che questi fattori di rischio spesso agiscono in combinazione e, pertanto, la prevenzione richiede un approccio che coinvolga l’intero ambiente del bambino, compresa la famiglia, la scuola e la comunità.
Quali conseguenze può portare l’obesità infantile
L’obesità infantile è sicuramente una patologia sottovalutata, e basterà leggere la seguente lista di rischi e conseguenze per prenderne atto:
- diabete di tipo 2: l’obesità infantile è una delle principali cause diabete di tipo 2 nei bambini;
- malattie cardiache e ipertensione: l’obesità infantile può aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e ipertensione;
- problemi di sonno: l’obesità infantile può portare a problemi di sonno, come l’apnea notturna;
- depressione e ansia: l’obesità infantile può avere un impatto sulla salute mentale dei bambini e aumentare il rischio di sviluppare depressione e ansia;
- problemi ossei e articolari: l’obesità può mettere pressione sulle ossa e sulle articolazioni,
aumentando il rischio di problemi come l’artrite;
- problemi di autostima: i bambini obesi possono avere problemi di autostima e socializzazione.
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