Il gigante farmaceutico Astrazeneca ha recentemente annunciato il ritiro dal mercato del suo vaccino contro il Covid-19, notizia che ha destato considerevole attenzione e discussione.
Questo vaccino, uno dei primi ad essere sviluppati nel tentativo di arginare l’epidemia che ha colpito il mondo a partire dal 2020, è stato ritirato a causa dei segnalati effetti collaterali, in particolare il rischio di trombosi.
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Le cause del ritiro
La decisione di ritirare il vaccino è stata presa dall’azienda anglo-svedese, nota anche come Oxford – Astrazeneca, in risposta ai rari ma possibili casi di trombosi associati alla somministrazione del vaccino.
Sebbene si stimi che questi casi si verifichino in circa 2 o 3 persone ogni 100.000 dosi somministrate, l’azienda ha scelto di agire con cautela e ritirare il prodotto dal mercato a partire dal 7 maggio 2024, al fine di mitigare qualsiasi rischio potenziale.
Le dichiarazioni dell’azienda
Astrazeneca ha comunicato ufficialmente la fine della produzione e della distribuzione del suo vaccino, noto anche con il nome scientifico di Vaxzevria.
L’azienda ha inoltre sottolineato che attualmente sul mercato esistono “un’eccedenza di vaccini aggiornati”, garantendo così che le forniture mondiali siano affidabili e sufficienti per soddisfare le esigenze sanitarie globali.
Nonostante il ritiro, l’azienda ha ribadito i meriti del suo vaccino nel contribuire alla lotta contro il Covid-19. Astrazeneca ha richiamato l’attenzione sul riconoscimento internazionale dei suoi sforzi nel fornire una soluzione durante i periodi difficili seguiti alla pandemia, affermando che i loro sforzi sono stati considerati fondamentali per porre fine alla crisi sanitaria globale.