Quali sono i sintomi del Parkinson e le cause

Una patologia neurodegenerativa che ha colpito circa 350 mila italiani.

Una patologia neurodegenerativa che ha colpito circa 350 mila italiani. Il Parkinson è una malattia ancora poco conosciuta, ecco quali sono i sintomi e le cause.

Che cos’è il Parkinson e le cause

Il Parkinson è una patologia neurodegenerativa causata dal deterioramento delle cellule del cervello, precisamente dei neuroni dopaminergici, ovvero coloro i quali sono i responsabili della produzione della dopamina.

Essa altro non è che un neurotrasmettitore che ha il compito di controllare i movimenti automatici del corpo. La fascia d’età più colpita è quella che va dai 60 anni in su, ma può colpire anche i più giovani, come ricorda Mario Zappia, presidente della Fondazione Limpe:

“Contrariamente a quanto si pensa, la malattia di Parkinson può riguardare anche persone giovani, in particolare in circa il 10-15% dei casi l’esordio avviene prima dei 45 anni, quindi colpisce persone nel pieno delle attività, con ricadute sulla vita lavorativa e sociale, ma anche di relazione all’interno della famiglia. La malattia provoca non solo disabilità motoria ma anche problematiche psicologiche fortemente invalidanti”.

Per quanto riguarda le cause, gli esperti concordano che nella maggior parte dei casi conti la predisposizione genetica. Di conseguenza, in determinate condizioni di esposizione ad alcuni rischi ambientali, qualcuno ha più probabilità di contrarre la malattia. Tra queste, troviamo l’esposizione ad alcuni pesticidi e agli idrocarburi.

Quali sono i sintomi del Parkinson

I sintomi del Parkinson sono piuttosto visibili e generalmente interessano soprattutto un lato del corpo. Tra questi, troviamo il tremore, la rigidità, la lentezza dei movimenti automatici e con l’andare del tempo anche la perdita di equilibrio.

A parlare dei sintomi e dell’importanza del riconoscerli è sempre il professor Zappia:

“La rigidità a volte può provocare dei blocchi articolari, che determinano dolore tanto che, agli inizi, il paziente può rivolgersi non al neurologo ma all’ortopedico, fisioterapista, fisiatra, ritenendo che quel dolore abbia una causa muscolare o articolare. Invece, la rigidità determina un blocco secondario, soprattutto a livello della spalla, e questo può provocare un ritardo nella diagnosi del Parkinson, quindi anche nell’impostazione della corretta terapia”.

Alcuni segnali a cui prestare attenzione

Ci sono alcuni segnali che si possono notare prima dell’arrivo del Parkinson, anche con dieci anni di anticipo. Certo, alcuni di essi sono piuttosto comuni, e di conseguenza non sempre si riconducono a questa patologia. Ecco le parole del professor Zappia:

“Alcuni possono essere aspecifici cioè attribuibili anche ad altre condizioni come, per esempio, depressione e stipsi. Altri sintomi un po’ più specifici, che si possono manifestare qualche anno prima che la malattia si manifesti, sono la diminuzione o la perdita di olfatto e il cosiddetto disturbo comportamentale del sonno REM, cioè queste persone hanno un sonno disturbato, per esempio, sognano di essere inseguiti o di avere alterchi, e gridano, tirano calci e pugni mentre dormono ma non ne sono consapevoli; lo sappiamo perché ce lo riferiscono i partner. Anche questo disturbo può essere una spia della futura malattia”.

La ricerca prosegue senza sosta per trovare una cura valida e risolutoria a questa patologia, ma il percorso è ancora lungo. È necessario trovare risorse adeguate per continuare gli studi e fare decisi passi in avanti.

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