“Quello che noi ci aspetteremmo è che Roma diventasse il baricentro del rilancio del paese e che quindi su questa città la politica riguardasse in termini più positivi rispetto a quanto ha fatto negli ultimi 10-15 anni”. Ad affermarlo è il presidente di Acer, Nicolò Rebecchini.
“In termini di fondi – rileva il presidente di Ance Roma – abbiamo poche speranze perché come detto su Roma Capitale non c’è neppure una parola” nell’ambito del piano di rilancio italiano. “Ci auguriamo che almeno la cintura ferroviaria, la metro c, la Roma Latina…opere di cui si parla da tempo possano trovare la giusta definizione e quanto prima vengano o avviate o concluse”.
Comunque, aggiunge, “è evidente che la ripartenza di Roma non possa che partire da un rilancio delle periferie”. Purtroppo, si rammarica Rebecchini, “ci si ricorda delle periferie solo quando ci si avvicina alle elezioni. La periferia dovrebbe essere invece il fulcro di una progettazione diversa per il tramite della rigenerazione urbana chiaramente”.
Ma la rigenerazione urbana, osserva il presidente di Acer, “finché non avrà una copertura di una legge dello Stato è difficile farla partirla perché si parlerà solo di sostituzione edilizia, di poca cosa. La rigenerazione urbana, invece, non va valutata solo in termini urbanistici e edilizi. La rigenerazione urbana è un fatto sociale, è un miglioramento della qualità della vita ma se manca una legge istitutiva dello Stato che riclassificherà e ridefinirà il concetto affiancandolo alla necessità della tutela e consumo del suolo chiaramente le cose diventeranno difficili”.
Il covid, rileva Rebecchini, “ha dimostrato che lo smart working può essere anche un’occasione per la rinascita delle periferie. Allentando il problema dei trasporti ha rivitalizzato in qualche modo le periferie rivitalizzando queste zone che prima erano semplicemente luoghi dormitori”. Con la pandemia e le restrizioni agli spostamenti “sono rinati i bar di quartiere, le piazze. Questo è la dimostrazione di come si può far ripartire la periferia ma bisogna però dotarla di miglior servizi, di miglior qualità della vita”.