“Non solo manca il dialogo” ma “mancano progettazioni, idee” per rilanciare il Paese. Ad affermarlo, in un’intervista all’Adnkronos, è il presidente di Acer, Nicolò Rebecchini in merito al Recovery plan italiano. “Non si tratta di far partire solo i grandi appalti di cui da tempo si parla e alcuni dei quali sono già in progettazione avanzata di intervenire anche con opere più piccole che permettano di risolvere i problemi legati al dissesto idrogeologico o alle grandi manutenzioni”. Manutenzioni, queste, sottolinea il presidente di Ance Roma, “che non possono essere abbandonate alla scarse risorse che gli enti locali stessi hanno o in attesa che lo Stato liberi delle risorse per darle agli enti locali”.
Che la cosa migliore sia una task force per gestire il piano di rilancio italiano o il Governo dopo “una condivisione con i copri intermedi non spetta a me dirlo”. Invece “servono progettazioni, idee su come intervenire per rilanciare il paese” e questo attualmente manca: “il piano deve essere pensato e previsto indipendentemente dal colore politico. Qui è in gioco il paese, qui è in gioco la tranquillità dei cittadini, dei lavoratori”.
Oggi, rileva Rebecchini, “il vero problema e che si ha paura del giorno in cui viene riaperto il cosiddetto blocco dei licenziamenti. Questa macanza di tranquillità è il vero e grave problema per il quale chiediamo con forza una pronta attivazione delle risorse che il governo ha e avrà. Serve che le risorse arrivino velocemente sul territorio”. Poi c’è la media e piccola imprenditoria che bisogna tutela: “se la media imprenditoria non è coperta se non gli si dà ossigeno con questi lavori rischia veramente di affogare completamente, di non riuscire a passare una crisi che già durava da tanto tempo. Il covid rischia di mettere una pietra tombale sulla piccola e media imprenditoria”.