Rimedio medievale utile contro infezioni moderne 

di Margherita Lopes La resistenza agli antibiotici è un problema crescente, contro il quale ricercatori di tutto il mondo stanno cercando nuove armi. C'è però chi ha deciso di guardare al passato: secondo gli scienziati della School of Life Sciences dell'Università di...

di Margherita Lopes 

La resistenza agli antibiotici è un problema crescente, contro il quale ricercatori di tutto il mondo stanno cercando nuove armi. C’è però chi ha deciso di guardare al passato: secondo gli scienziati della School of Life Sciences dell’Università di Warwick, un unguento medievale potrebbe fornire antimicrobici naturali utili contro molte infezioni moderne. I ricercatori del team di Freya Harrison, Jessica Furner-Pardoe e Blessing Anonye, ​​hanno esaminato un particolare unguento, che richiede diversi ingredienti, in uno studio pubblicato su ‘Scientific Reports’. Secondo i ricercatori, questo e altri rimedi medievali, che utilizzano antimicrobici naturali, potrebbero aiutare a trovare nuove risposte contro i patogeni infettivi della nostra epoca. 

Il gruppo di ricerca Ancientbiotics è stato istituito nel 2015 ed è un team interdisciplinare di ricercatori tra cui microbiologi, chimici, farmacisti, analisti di dati e medievalisti delle Università di Warwick, Nottingham e di atenei negli Stati Uniti. Basandosi su ricerche precedenti, condotte dall’Università di Nottingham, sull’uso di rimedi medievali per curare lo streptococco, i ricercatori dell’Università di Warwick hanno ricostruito in laboratorio un rimedio medievale di 1.000 anni fa contenente cipolla, aglio, vino e sali biliari, noto all’epoca come ‘Bald’s eyesalve’. La mistura ha dimostrato una promettente attività antibatterica. Non solo, il team ha anche visto che il rimedio ha causato bassi livelli di danno alle cellule umane. 

I ricercatori hanno scoperto che il rimedio è efficace contro una gamma di agenti patogeni Gram-negativi e Gram-positivi in coltura. Questa attività viene mantenuta contro i seguenti patogeni coltivati ​​come biofilm: Acinetobacter baumanii (associato a ferite infette); Stenotrophomonas maltophilia (associato a infezioni respiratorie nell’uomo); Staphylococcus aureus (causa comune di infezioni cutanee e respiratorie); Staphylococcus epidermidis (causa di infezioni della ferita chirurgica e batteriemia nei pazienti immunocompromessi) e Streptococcus pyogenes (provoca faringite, tonsillite, scarlattina).  

Tutti questi batteri, tra l’altro, si trovano nei biofilm che infettano le ulcere del piede diabetico e possono essere resistenti al trattamento antibiotico. L’efficacia del rimedio medievale, secondo i ricercatori, non può essere attribuita a un singolo ingrediente e richiede la combinazione di tutti i componenti per raggiungere la piena attività. “Abbiamo dimostrato che un rimedio medievale a base di cipolla, aglio, vino e bile – sintetizza Harrison – può uccidere una serie di batteri problematici. Poiché la miscela non ha causato molti danni alle cellule umane in laboratorio o ai topi, potremmo potenzialmente sviluppare un trattamento antibatterico sicuro ed efficace a partire proprio” da questa antica ricetta anglosassone. 

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