L’ottava edizione del consueto appuntamento dedicato alla Sclerosi Multipla quest’anno ha trattato anche il tema Emicrania
Alla Fondazione Catella di Milano si è svolta, giovedì 6 e venerdì 7 giugno, l’VIII edizione di BEMS®, Best Evidence in Multiple Sclerosis, evento scientifico che rappresenta un importante appuntamento di confronto e approfondimento su temi attuali riguardanti la Sclerosi Multipla, esempio di complessità nell’ambito delle malattie neurologiche. Novità dell’edizione 2019 è lo sguardo allargato a un’altra patologia neurologica: l’Emicrania. Un binomio tanto insolito quanto interessante: entrambe sono patologie “di genere”, in quanto colpiscono prevalentemente la donna, a esordio giovanile e dal potenziale percorso invalidante. Due patologie molto diverse, ma che consentono un confronto importante per quanto riguarda il carico (o così detto burden) sociale e individuale.
Storia simile anche per quanto riguarda il percorso del paziente: come succedeva infatti anni fa per la Sclerosi Multipla, anche per l’emicrania spesso, troppo spesso ancora, la diagnosi e l’iter di cura arrivano dopo anni di esami clinici, incomprensione e dolore. Un lungo “viaggio” che influisce sia sulla cura che sulla qualità di vita dei pazienti.
Con nuove importanti opzioni terapeutiche in arrivo, ora l’aspettativa è che, come accaduto per la Sclerosi Multipla, anche per l’Emicrania, si riesca davvero a ad aumentare il livello di formazione e informazione grazie al coinvolgimento di tutti gli stakeholder, per garantire l’accessibilità e la sostenibilità delle cure.
Sul tema della Sclerosi Multipla giovedì il confronto fra gli specialisti si è concentrato sugli obiettivi e le strategie terapeutiche, la centralità del paziente e la personalizzazione dell’approccio clinico, che può contare tra le altre cose su biomarker e fattori predittivi. Un focus particolare è stato poi riservato proprio al paziente e ha toccato temi quali la gestione della quotidianità e delle priorità nella programmazione del futuro e l’impatto di alcuni sintomi come la depressione, i disturbi cognitivi e la disabilità.
La giornata conclusiva, si è aperta invece sull’Emicrania, affrontando non solo il tema della fisiopatologia e della classificazione, ma allargando la discussione alle difficoltà di presa in carico del paziente e ai bisogni irrisolti nell’attuale scenario terapeutico. L’attenzione maggiore è stata inevitabilmente riservata alla nuova sfida offerta dall’introduzione nella pratica clinica di opzioni terapeutiche specifiche per la profilassi dell’emicrania. Da qui l’urgenza di sviluppare un network che garantisca, anche per l’emicrania, un percorso dedicato, nel nome di una continuità diagnostico-terapeutica. Di particolare interesse è stata la Tavola rotonda conclusiva, un importante momento di condivisione e di confronto tra specialisti, esperti di patologia e rappresentanti delle istituzioni. Uno sguardo riassuntivo su tutti i temi trattati, sugli aspetti sui quali è possibile intervenire subito, in senso migliorativo, sia in termini qualitativi per i pazienti sia in termini di sostenibilità per il Servizio Sanitario Nazionale.
“Il BEMS® quest’anno ha dimostrato che patologie apparentemente molto diverse, come la Sclerosi Multipla e l’Emicrania, possono portare spunti di discussione importanti in un’ottica di sviluppo dei percorsi diagnostico-terapeutici”. Ha detto Hubert Puech d’Alissac, Amministratore Delegato di Teva Italia, che ha aggiunto: “Teva rinnova e rafforza il suo impegno in neurologia e si propone di sostenere progetti, come il BEMS®, su patologie chiave specificamente rivolti ai bisogni non risolti delle persone. Un modo per dimostrare come in Teva ogni giorno si lavori per fornire farmaci innovativi e di alta qualità ai pazienti, aiutandoli a sentirsi meglio, sempre con un occhio attento alla sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale”.