Sotto una pioggia battente è iniziata la manifestazione ‘Priorità alla Scuola’. Bandiere colorate dei diversi sindacati di categoria colorano la piazza, Cisl, Cgil, Cobas, Uil, Gilda e altre sono in piazza per chiedere una scuola migliore. Sono a piazza del Popolo a Roma anche gli studenti che hanno manifestato già ieri davanti Montecitorio.
“La Cgil oggi è scesa in piazza insieme a studenti, insegnanti, famiglie e altre organizzazioni sindacali per una scuola che garantisca sicurezza, presenza, continuità, e per chiedere che il diritto allo studio sia garantito in egual misura a tutti i bambini e ragazzi dall’infanzia all’Università”. Lo afferma il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in una nota. “Servono più investimenti per garantire la sicurezza e la copertura degli organici, ma soprattutto -secondo Landini- è il momento di aprire un vero confronto e pensare ad una vera riforma. Scuola e formazione continua rappresentano il futuro di un paese”, conclude il leader della Cgil.
“Noi chiediamo al Governo che si facciano quelle scelte che la scuola aspetta da anni, quindi un investimento straordinario che dia risposte con personale stabile, in tutte le classi. E personale Ata, e assistenti scolastici che servono. Chiediamo che ci siano strutture adeguate, chiediamo che la scuola diventi una priorità per il paese”. E’ quanto chiede Francesco Sinopoli, segretario generale della Cgil Scuola. “In questi mesi abbiamo detto sempre che c’erano dei ritardi, evidenti rispetto alle scelte da fare per la riapertura. Le scuole hanno aperto perché hanno una loro forza intrinseca ma questi ritardi si stanno scontando e le famiglie lo sanno perfettamente. -ha aggiunto Sinopoli- Ora speriamo che sul recovery fund non si facciano gli errori del passato, dovrebbero essere destinati alla scuola almeno 20 miliardi, come investimento stabile e costante. Dovremmo allinearci ai paesi europei”.
“Noi al governo chiediamo attenzione per la scuola, non solo oggi, in questo momento ma in prospettiva anzi anche in prospettiva, se l’attenzione la rapportiamo agli investimenti, alle risorse che sono stati individuati in epoca Covid l’attenzione è minima anzi è insufficiente e raggiunge forse il 5 e mezzo”, ha detto Maddalena Gissi, segretaria generale della Cisl Scuola. “Quindi noi dobbiamo pensare a quello che sta succedendo in questo momento che non ha più soluzioni perché è inutile prenderci in giro i supplenti arriveranno con un tempo lungo – ha continuato Gissi- ci saranno tanti ricorsi e arriveranno altri aggiustamenti e non c’è un intervento radicale per risolvere l’anno in corso. Ma per gli anni a venire 21/27 la scuola va ripresa e riportata ad una condizione ottimale che probabilmente ci mette nelle condizioni di dire forse ci vuole la scuola del 2030 per pensare a quello che potrà essere il futuro di questo Paese”.
“Noi chiediamo al Governo di avere altrettanta attenzione di quella che ha la società civile che oggi sta in piazza a protestare per gli enormi ritardi di questi sei mesi. Dove inutilmente abbiamo ricordato al governo mese per mese, giorno per giorno, i problemi”, ha detto Rino Di Meglio, coordinatore Gilda Insegnanti, a margine della manifestazione. “Sono problemi semplici: gli spazi innanzitutto e il numero degli insegnanti. Ma nessuno di questi problemi è stato risolto. Abbiamo aperto le scuole grazie allo spirito di sacrificio del corpo docente e tutto il personale scolastico, ma i problemi stanno ancora tutti lì, ancora da risolvere. – ha aggiunto Di Meglio – Sul recovery fund occorre quello che è necessario per rimettere in sesto la scuola italiana a cominciare dall’edilizia scolastica”.
“Il governo non ha fatto nulla di quello che doveva fare, ha avuto sette mesi di tempo, ma è arrivato totalmente impreparato. Stiamo come stavamo prima della chiusura , ciò nonostante la scuola non deve chiudere e io direi, senza se e senza ma”, ha commentato Piero Bernocchi, rappresentante Cobas, aggiungendo: “Per questo però servono aumenti vistosi degli spazi, più insegnanti, più personale ATA e ci vuole anche il medico a scuola, che sarebbe anche utile come presidio territoriale. Per questo i soldi ci sono, i 209 miliardi del recovery fund, se non si investono in parte significativa nella scuola allora è un comportamento delinquenziale”.