In occasione della Settimana europea della salute mentale, l’Unicef lancia l’allarme e chiede più investimenti per la prevenzione, soprattutto per i più giovani. Ecco i dati raccolti e che cos’è emerso dalla ricerca.
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Settimana europea della salute mentale, i dati raccolti dall’Unicef
Si torna a parlare di salute mentale e lo si fa nella settimana europea a essa dedicata. La situazione rimane critica e i dati raccolti dall’Unicef ne sono una prova. Circa 11,2 milioni di giovani, dunque circa il 13% della popolazione giovanile del Vecchio Continente, soffrono a causa di problemi legati alla salute mentale.
Una cifra allarmante che non rasserena di certo l’organizzazione che anzi, al contrario, lancia l’allarme. I numeri derivano direttamente dalla ricerca “Child and adolescent mental health – The State of Children in the European Union 2024”, e mettono in luce la situazione emergenziale.
Sembra esserci equilibrio anche tra i due sessi, con circa 5,9 milioni di ragazzi colpiti a fronte di circa 5,3 milioni di ragazze. La fascia d’età più esposta a condizioni critiche è quella che va dai 15 ai 19 anni: l’8% soffre di ansia e il 4% di depressione.
Nel 2020, 931 giovani tra i 15 e i 19 anni hanno deciso di togliersi la vita, con una media preoccupante di 18 persone a settimana. Chiaro è che la situazione non può passare in sordina e anzi, al contrario, va presa tremendamente sul serio.
La situazione in Italia
I dati messi in luce nel paragrafo precedente riguardavano la totalità europea, ma qual è la situazione in Italia? Nel Bel Paese i giovani non se la passano meglio, soprattutto i ragazzi che registrano una percentuali pari al 43% rispetto al 36% delle ragazze.
Questi i dati emersi prendendo a campione il periodo che va dal 2011 al 2020. Una situazione peggiorata ulteriormente durante la pandemia e nel suo immediato post, senza tenere conto della quantità enorme di adolescenti che pensano al tragico finale.
La prevenzione potrebbe svolgere un ruolo chiave, ma spesso queste malattie silenziose vengono sottovalutate o non capite, a discapito di chi ne soffre che talvolta non ha nemmeno accesso alle dovute cure.
La difficoltà di accedere alle cure
A questo punto, appare chiaro che sia fondamentale agevolare l’accesso alle cure per la salute mentale. I dati però, ancora una volta, vanno in totale controtendenza. Infatti, nel 2022 la metà dei giovani con un età compresa tra i 18 e i 29 anni avrebbero avuto necessità di assistenza, ma purtroppo questa non gli è stata concessa.
Tra chi sottovaluta il problema e la carenza di servizi, che oramai è sotto gli occhi di tutti, i giovani spesso rimangono in balia degli eventi e si trovano costretti a lottare da soli contro patologie che necessitano dell’intervento di un professionista.
L’Unicef richiede più investimenti, dato che quelli per la salute fisica sono decisamente più alti, ora le risposte sono attese dai governi. Nella Settimana dedicata alla salute mentale è giusto puntare la luce dei riflettori su questa dedicata situazione, staremo a vedere se questa migliorerà.
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